Terremoto: il 5 a L’Aquila consegna premio laurea Avus

Per il terzo anno consecutivo i genitori degli studenti fuori sede morti la notte del 6 aprile 2009 a L’Aquila, il 5 aprile prossimo alle 10.30 all’Auditorium del Castello, premiano la migliore tesi tra gli studenti di geologia delle facolta’ italiane che parla di prevenzione sismica. Il premio e’ stato istituito dall’Associazione Vittime Universitarie del […]

Per il terzo anno consecutivo i genitori degli studenti fuori sede morti la notte del 6 aprile 2009 a L’Aquila, il 5 aprile prossimo alle 10.30 all’Auditorium del Castello, premiano la migliore tesi tra gli studenti di geologia delle facolta’ italiane che parla di prevenzione sismica. Il premio e’ stato istituito dall’Associazione Vittime Universitarie del Sisma (Avus) con la collaborazione della Fondazione del Centro Studi del Consiglio nazionale dei geologi.

Gli introiti del libro “Macerie dentro e fuori” del giornalista Rai Umberto Braccili ma anche donazioni e autotassazione degli stessi genitori, permettono all’associazione Avus da tre anni di mettere a disposizione tremila euro per la miglior tesi, tra gli studenti di geologia, sulla prevenzione sismica. “E’ un modo per ricordare i nostri ragazzi e di guardare al futuro, anche se e” difficile” dice Sergio Bianchi presidente dell’associazione vittime universitarie del sisma 2009. “I loro sogni sono morti quella notte sotto le macerie. Erano anche i nostri sogni. Vederli crescer bene e sperare, attraverso loro, in un mondo piu’ giusto. Abbiamo girato quasi tutte le universita’ italiane per parlare ai giovani e la borsa di studio e’ un incitamento a studiare tanto e applicare, nella vita, il senso di giustizia sul posto del lavoro. Con la sentenza della Cassazione per il processo alla commissione grandi rischi, che ha confermato la sentenza di secondo grado, la magistratura ci dice che gli scienziati non ebbero colpe per le risultanze della riunione, una settimana prima, mentre il vice capo della Protezione civile del tempo e’ stato condannato perche’ durante una intervista tv non fu professionale nel consigliare, per calmare gli aquilani spaventati dalle centinaia di scosse, di bere un buon bicchiere di vino rosso. Io non penso che mio figlio Nicola sia morto solo per quella battuta infelice. Non penso che sia morto affogato in un bicchiere di vino.”

Sergio Bianchi fa poi il punto sui processi in corso. “Su proposta di Umberto Braccili che ha rinunciato ad ogni compenso o rimborso spese, il denaro raccolto dal 2010 dal libro Macerie dentro e fuori e’ andato soprattutto per difendere in tribunale i nostri ragazzi che non ci sono piu’. “Un figlio morto sotto le macerie costa da morto. Volevamo giustizia ma questa non e’ arrivata. I progettisti di quelle case che quella notte vennero giu’ come strutture di burro, esercitano ancora. Qualcuno nel corso dei processi ha anche ammesso candidamente di non aver effettuato, prima di costruire un nuovo tetto per uno stabile, i calcoli che di norma si devono fare. Noi non vogliamo vendetta per quello che e’ successo, ma entrare in un’aula di terremoto dovrebbe dare come sensazione quella di avere lo Stato vicino, invece solo solitudine e in cambio…una condanna per un buon bicchiere di vino rosso”. “La ragazza romana, che martedi’ 5 aprile a L’Aquila sara’ premiata – aggiunge Bianchi – penso di guardarla fissandola negli occhi perche’ avra’ sicuramente lo sguardo di mio figlio che voleva cambiare questa Italia, per renderla piu’ giusta. Il premio Avus sara’ anche l’occasione di ascoltare altri genitori riuniti in altre associazione. Abbiamo tutti molto bisogno di un minuto da questo mondo che ha gia dimenticato i nostri ragazzi. Ringrazio per questo percorso che va avanti da tre anni la Fondazione e l’ordine dei Geologi. Il loro merito, secondo noi, e’ aver sposato un premio di laurea scomodo, ma costruttivo”.

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