7° anniversario del sisma, Giovanardi: “Si a commemorazione e commozione, no a scontro politico”

Riceviamo e pubblichiamo una nota del  senatore Carlo Giovanardi sul Resoconto stenografico della seduta n. 604 del 06/04/2016 in merito  al 7° anniversario del terremoto che ha colpito l’Abruzzo “Signor Presidente, vorrei che non passasse sotto silenzio che quella di stamattina doveva essere una celebrazione di commemorazione e commozione, mentre è stata occasione per una serie di apprezzamenti […]

Riceviamo e pubblichiamo una nota del  senatore Carlo Giovanardi sul Resoconto stenografico della seduta n. 604 del 06/04/2016 in merito  al 7° anniversario del terremoto che ha colpito l’Abruzzo
“Signor Presidente, vorrei che non passasse sotto silenzio che quella di stamattina doveva essere una celebrazione di commemorazione e commozione, mentre è stata occasione per una serie di apprezzamenti pesantissimi. Per esempio, la collega Pezzopane ha definito una «deportazione» l’aver dato occasione alle persone di avere nuove case in tempo record, quando si sa che in Italia le persone sono rimaste nelle baracche per dieci, venti e trent’anni dopo i terremoti i storici.

Il Friuli è stata un’eccezione. Se venite in Provincia di Modena, vi potete accorgere che vi sono ancora baracche a distanza di tre anni dal terremoto. Effettivamente il Friuli è stato un esempio positivo e bisogna darne atto.
Poi, questa mattina, abbiamo sentito apprezzamenti terribili su Bertolaso e non si capisce che attinenza avessero questi interventi con la commemorazione. Ricordo solo, affinché rimanga come testimonianza, che il dopo terremoto di L’Aquila c’è stata abnegazione e generosità, ma ci sono stati anche atteggiamenti minacciosi, denunce e perfidie; si è cercato perfino di incriminare e mettere alla sbarra il vescovo di L’Aquila, monsignor D’Ercole, poi pienamente assolto, per una questione di invidie e di bassa politica di bottega.

Il Dipartimento di cui ero a capo stanziò 9 milioni di euro subito dopo il terremoto, che sono rimasti lì. Sono andato più volte a L’Aquila per segnalare personalmente la possibilità di spendere questi soldi, ma non mi è stato detto come potevano essere spesi. Passata l’emergenza è poi stata istituita una Commissione con tutti i crismi ed è stata stilata una graduatoria e il vincitore, colui che era arrivato primo e doveva ricevere più soldi di tutti per fare asili nido o strutture per gli anziani, ha fatto ricorso al TAR, perché riteneva che fossero pochi. Avendo perso dinanzi al TAR, ha fatto ricorso al Consiglio Stato e dopo anni e anni, i soldi ancora non sono stati spesi, ma non per cattiveria: c’erano ed erano stati stanziati.

L’intervento svolto questa mattina dalla collega mi è quindi sembrato proprio fuori posto, un comizio inserito in un momento non adeguato. Lo dico anche al Presidente del Senato: d’ora in poi distinguiamo. Se ci sono momenti di commozione e commemorazione, c’è il minuto di silenzio, cui tutti si associano, ma dopo il minuto di silenzio, aprire un dibattito durante il quale la gente se ne va e chiacchiera, nel disinteresse generale, diventa anche indecoroso. Ancora peggio è quando una commemorazione diventa uno scontro politico, in cui vengono inseriti giudizi ingenerosi o di parte, assolutamente fuori luogo.

Ho ritenuto di dover intervenire a fine seduta per dire queste cose, affinché anche a L’Aquila si sappia che nel Senato, in questa occasione, non c’è stata soltanto polemica politica“.

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