Formazione, Binetti: si ad equi criteri specializzazione medicina

“Dalla CRUI è arrivato un giudizio negativo sulla proposta avanzata dalle Regioni per creare una sorta di doppio binario formativo in merito alle scuole di specializzazione. Per Novelli, rettore di Tor Vergata e vicepresidente della Conferenza dei rettori con delega alla sanità si tratta di un documento in palese contraddizione con la normativa vigente. La […]

“Dalla CRUI è arrivato un giudizio negativo sulla proposta avanzata dalle Regioni per creare una sorta di doppio binario formativo in merito alle scuole di specializzazione. Per Novelli, rettore di Tor Vergata e vicepresidente della Conferenza dei rettori con delega alla sanità si tratta di un documento in palese contraddizione con la normativa vigente. La soluzione proposta dalle regioni penalizzerebbe sia i giovani medici che seguiranno l’iter completo, perché si troveranno ad operare in un regime di concorrenza sleale, che quelli che si accontenteranno di un iter più breve, ma incompleto, che comporterebbe un sostanziale demansionamento. La formazione dei neolaureati fatta in sede ospedaliera, inizialmente allargherebbe la platea di coloro che lavorano in reparto, ma metterebbe una pesante ipoteca sul loro futuro. Ed è facile prevedere che prima o poi rimpiangerebbero amaramente di aver accettato una falsa soluzione al loro problema.”

Lo afferma l’onorevole di Area popolare (Ncd-Udc) Paola Binetti che continua: “Come è ben noto la soluzione ottimale è profondamente diversa e comporta tre passaggi chiave: raccordare il numero dei posti disponibili per gli studenti che si iscrivono a medicina con il numero dei contratti di lavoro che danno accesso alle scuole di specializzazione. Dare durante gli anni della specializzazione la possibilità di acquisire tutte le competenze fondamentali per un medico specialista, attraverso tirocini pratici in cui con la giusta supervisione si possa imparare a fare le cose autonomamente. Lo specializzando non è un tappabuchi, ma un medico appena entrato in un processo di formazione specialistica. In quanto tale ha diritto ad avere un tutor, un supervisore, che insegni e controlli quanto fa, per trasformare in esperienza positiva anche gli eventuali errori. In terzo luogo il medico che lo desidera e ne ha le capacità, dovrebbe poter frequentare contemporaneamente alla scuola di specializzazione un dottorato di ricerca, allungando il tempo di permanenza in università, ma capendo bene se ha la stoffa e la volontà di dedicarsi anche alla attività di ricerca. Solo in questo modo avremmo in pochi anni un ulteriore salto di qualità nelle nostre scuole di specializzazione, a tutta garanzia del diritto alla salute dei cittadini. La CRUI è stata molto dura nel suo giudizio sulle proposte delle Regioni e ha chiesto al MIUR di respingere il metodo adottato dalla Commissione Salute delle regioni, sospendendo i lavori sino a quando non siano ripristinate le migliori condizioni possibili per un confronto istituzionale. Intanto però si tratta i soddisfare una legittima esigenza dei neolaureati in medicina a cui era sta promessa una data certa e dei contenti e dei criteri inequivocabili entro il 30 aprile”, conclude la Binetti.

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