Osteoporosi, Gioseg: dopo prima frattura solo il 26% dei soggetti riceve valutazioni e trattamenti

Il Gioseg, gruppo di studio italiano che si dedica allo studio delle cause endocrinologiche dell’osteoporosi, aderisce alla dichiarazione congiunta dell’American Society for Bone and Mineral Research, la National Osteoporosis Foundation e la National Bone Health Alliance, la CALL FOR ACTION delle più importanti istituzioni scientifiche americane unite nell’invito a una maggiore attenzione alla prevenzione dell’osteoporosi. […]

Il Gioseg, gruppo di studio italiano che si dedica allo studio delle cause endocrinologiche dell’osteoporosi, aderisce alla dichiarazione congiunta dell’American Society for Bone and Mineral Research, la National Osteoporosis Foundation e la National Bone Health Alliance, la CALL FOR ACTION delle più importanti istituzioni scientifiche americane unite nell’invito a una maggiore attenzione alla prevenzione dell’osteoporosi.

“La diagnosi di osteoporosi spesso viene fatta in occasione della prima frattura e questo significa aver perso il treno della prevenzione” dichiara il Professor Andrea Giustina, Ordinario di Endocrinologia all’Università di Brescia e Presidente del Gioseg “secondo un recente studio dal titolo Imminent Risk of Major Osteoporotic Fracture After Fracture presentato al World Congress on Osteoporosis, Osteoarthritis and Musculoskeletal Diseases che si è tenuto ad aprile a Malaga:  dopo la prima frattura il rischio di un secondo evento TRIPLICA entro un anno e raddoppia ulteriormente nel decennio successivo. Dati attendibili, derivati dal monitoraggio di oltre 118mila soggetti nati tra il 1907 e il 1935 che avevano partecipato al Reykjavik Study per i quali è stato calcolato il tasso di frattura su tutte le fratture occorse dal momento dell’arruolamento nello studio sino al 2012. Si è visto quindi che l’osteoporosi è ancora sottovalutata in entrambi i sessi e sottotrattata, eppure rappresenta una EMERGENZA di salute pubblica che si trova a fare i conti con una popolazione sempre più anziana che dopo il primo evento fratturativo si avvia ad un destino di non autosufficienza e spesso morte”.

E’ particolarmente importante il dato emerso dalla ricerca che evidenzia come dopo la prima frattura solo il 26% dei pazienti venga sottoposto ad una terapia. Troppo pochi. L’analisi ha rivelato che 5039 pazienti avevano avuto una MOF (frattura da osteoporosi) e di questi 1919 ne avevano subito una seconda. Ma soprattutto che dopo il primo episodio il rischio è aumentato del 4% per ogni anno di età ed è più alto del 41% nelle donne. Il rischio di una seconda frattura è maggiore nel periodo immediatamente successivo alla prima e sebbene decresca nel tempo, rimane comunque due volte superiore rispetto alla popolazione generale.

“La Call for  Action delle società scientifiche internazionali e del Gioseg invita tutti noi a muoverci su un duplice binario: da una parte è fondamentale mettere in atto su larga scala le misure di prevenzione primaria dell’osteoporosi migliorando lo stile di vita già dalle prime decadi di vita”  conclude Giustina “D’altra parte, è altrettanto importante saper e poter eseguire una diagnosi precoce di osteoporosi mediante l’esecuzione dell’esame MOC e l’individuazione delle fratture morfometriche vertebrali nei soggetti a rischio, quali coloro con familiarità per osteoporosi, soggetti di età geriatrica e coloro che sono affetti da malattie croniche e sottoposti a trattamenti farmacologici potenzialmente osteopenizzanti. Una corretta e precoce individuazione dei soggetti a rischio di fragilità scheletrica permette una efficace prevenzione delle fratture”.

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