Inquinamento: in città non si respira e il governo vuole indebolire la direttiva europea sulle emissioni

Che aria tira oggi? L’inquinamento atmosferico è sempre più una minaccia reale per gli abitanti delle città. Gli ultimi dati pubblicati dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) hanno evidenziato una situazione estremamente critica per quel che riguarda la qualità dell’aria a livello globale e le città italiane purtroppo non fanno eccezione. Nel 2013 a Roma, come […]

Che aria tira oggi? L’inquinamento atmosferico è sempre più una minaccia reale per gli abitanti delle città. Gli ultimi dati pubblicati dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) hanno evidenziato una situazione estremamente critica per quel che riguarda la qualità dell’aria a livello globale e le città italiane purtroppo non fanno eccezione.

Nel 2013 a Roma, come in altre capitali europee come Varsavia, Budapest e Bucarest, si sono registrati valori medi annui di PM10 molto più elevati rispetto alle linee guida dell’Oms (20 μg/m3), secondo la quale il superamento di questi limiti nel lungo periodo si traduce in un aumento del numero di decessi per malattie cardiopolmonari e cancro ai polmoni. I dati dell’Agenzia europea per l’Ambiente pubblicati alcuni mesi fa, basati su rilevazioni del 2012, pongono l’Italia in testa alla classifica europea per morti premature a causa dell’inquinamento atmosferico.

Servono interventi urgenti per ridurre i livelli di inquinamento nel nostro Paese. Le misure adottate in alcuni periodi di emergenza smog dalle singole amministrazioni comunali non sono sufficienti se non vengono stabiliti a livello nazionale obiettivi di riduzione dell’inquinamento per migliorare, in modo decisivo, la qualità dell’aria che respiriamo. Proprio in questi giorni il governo è impegnato nella negoziazione di uno degli strumenti principali per la lotta contro l’inquinamento atmosferico, dei cui effetti risentiremo per i prossimi decenni.. La direttiva europea NEC dovrà stabilire i nuovi limiti di emissione – per il 2020, 2025 e 2030 – di alcuni degli inquinanti più pericolosi per la salute e l’ambiente: polveri sottili, ossidi di azoto e anidride solforosa solo per citarne alcuni.

Nonostante la situazione italiana sia, come abbiamo appena detto, tutt’altro che rosea, il nostro governo sta chiedendo una forte riduzione degli obiettivi di contenimento dei livelli di inquinanti (ad esempio, una riduzione delle polveri sottili (PM2,5) del 40 per cento anziché del 54 per cento  entro il 2030) e addirittura l’esclusione dalla direttiva di alcune sostanze (ad esempio il metano, uno dei maggiori gas killer del clima). Tutto ciò è veramente inaccettabile oltre che irresponsabile!

Questo quadro è ancora più grave se si considera che i limiti previsti in Europa sono più alti rispetto alle linee guida dell’Oms e non solo. Ad esempio per i valori medi annui di PM 2,5 il limite identificato dalle norme comunitarie (25 μg/m3) è molto più alto rispetto alle linee guida dell’Oms (10 μg/m3) e ai limiti previsti negli Stati Uniti (12 μg/m3). Per questo motivo Greenpeace, insieme ad altre 24 associazioni e comitati, ha inviato nei giorni scorsi al governo e ai ministri competenti (Ambiente, Salute, Politiche Agricole e Forestali, Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti) una lettera in cui si richiedono obiettivi ambiziosi per migliorare la qualità dell’aria nel nostro Paese.

Respirare aria pulita è un diritto di tutti e Greenpeace, insieme a tanti altri, chiede con forza al governo un impegno che dia la massima priorità alla salute dei cittadini e all’ambiente.

Giuseppe Ungherese

Responsabile campagna Inquinamento Greenpeace Italia

Una risposta a “Inquinamento: in città non si respira e il governo vuole indebolire la direttiva europea sulle emissioni”

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