Nella sonda Juno c’è anche il contributo di chi ha studiato nell’università dell’Aquila

Con la missione Juno finalmente si avranno dati più precisi sulla natura di quel grande e affascinante pianeta che è Giove, composto in buona parte di gas. Nessun satellite si è finora avvicinato tanto da permettere una analisi “sul posto”, a causa delle proibitive condizioni ambientali, che sono tali da mettere fuori uso qualunque strumentazione in tempi brevissimi. […]

Con la missione Juno finalmente si avranno dati più precisi sulla natura di quel grande e affascinante pianeta che è Giove, composto in buona parte di gas. Nessun satellite si è finora avvicinato tanto da permettere una analisi sul posto”, a causa delle proibitive condizioni ambientali, che sono tali da mettere fuori uso qualunque strumentazione in tempi brevissimi.

La sonda Juno evita questo problema tramite un’orbita ellittica, che si avvicina periodicamente alla superficie (gassosa) del pianeta, per allontanarsene subito dopo, ed effettuando le sue misure “al volo” in un tempo assai ridotto. Ogni orbita dura 14 giorni, e ne sono previste 37 prima della fine della missione, alla fine della quale entrerà nella atmosfera gassosa del pianeta, per disintegrarcisi.

La sonda della NASA, partita nel lontano 5 Agosto 2011 da Cape Canaveral (Florida), dopo aver percorso circa 2.8 milioni di km, in questi giorni si è posizionata con successo nell’orbita ellittica di lavoro, ed è quindi pronta ad iniziare la sua missione. Molti sono gli esperimenti che dovrà portare a termine, tra cui l’analisi della composizione gassosa dell’atmosfera di Giove, la sua temperatura, la misura del suo campo magnetico, la presenza di particelle (ioni ed elettroni) a vari livelli di energia, lo studio di onde a frequenze radio, visibile ed ultravioletto, etc.

Oltre a ciò, la sonda misurerà anche le anomalie della attrazione di gravità esercitata da Giove sulla sonda stessa, anomalie che permetteranno di capire come è distribuita la materia pesante all’interno di Giove. Ebbene, questo esperimento viene effettuato utilizzando stumentazione progettata e realizzata dalla Thales Alenia Space, società che dispone di tecnologie avanzate che le permettono di essere presente in importanti missioni scientifiche, oltre che in realizzazioni commerciali, e con cui l‘Università dell’Aquila mantiene intensi e fruttuosi rapporti di collaborazione ormai consolidati da lungo tempo.

Nei team di ricerca della Thales Alenia Space lavorano ingegneri, chimici, fisici e matematici che si sono formati nel nostro Ateneo, ed in questo progetto in particolare ha operato in qualità di progettista Paolo Colucci, nostro brillante laureato in Ingegneria Elettronica, uno dei tanti testimoni della qualità della formazione presso il nostro Ateneo. Paolo Colucci ha deciso recentemente di proseguire la sua carriera presso la European Space Agency, in particolare presso il Centro Tecnico in Olanda.

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