Due alpinisti morti sul Gran Sasso

Due alpinisti sono stati rinvenuti privi di vita alla base della parete nord del Monte Camicia, sul massiccio del Gran Sasso. Il recupero dei corpi e’ stato effettuato stamani dal Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologio (Cnsas) abruzzese e dall’elisoccorso del 118. Le salme sono state trasferite all’obitorio dell’ospedale ‘Mazzini’ di Teramo. Al momento, […]

Due alpinisti sono stati rinvenuti privi di vita alla base della parete nord del Monte Camicia, sul massiccio del Gran Sasso. Il recupero dei corpi e’ stato effettuato stamani dal Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologio (Cnsas) abruzzese e dall’elisoccorso del 118.

Le salme sono state trasferite all’obitorio dell’ospedale ‘Mazzini’ di Teramo. Al momento, dei due non vengono ancora rese note le generalita’ ma si tratterebbe di alpinisti esperti. L’allarme, da parte dei familiari, pare sia scattato stamane, dopo che i congiunti degli alpinisti avrebbero atteso vanamente il loro ritorno a casa. Cio’ farebbe ipotizzare che l’incidente di montagna sarebbe avvenuto nella giornata di ieri.

I soccorsi hanno accertato che i due si trovavano in cordata. La parete nord del Monte Camicia e’ considerata tra le piu’ difficili in Italia poiche’, proprio per la sua esposizione, rende instabile la roccia.

Gli alpinisti deceduti si chiamavano Roberto Iannilli, 60 anni, originafrio di Ladispoli (Roma) e Luca D’Andrea, 23 anni, nativo di Sulmona. Iannilli, in particolare, oltre ad essere un eperto rocciatore, aveva gia’ esplorato tutte le pareti del Gran Sasso e, in solitaria, aveva anche aperto diverse nuove vie. E proprio mentre stava aprendo una nuova via di arrampicata sul Paretone del Gran Sasso, nella zona della “Farfalla”, nel 2010 il 60enne ebbe un incidente che gli provoco’ la frattura di entrambi i polsi e contusioni alla testa. Sei le sue spedizioni tra Himalaya e Cordillera Blanca.

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