Cosmesi sostenibile, Realacci: “Forse ultima estate senza legge per calcolare l’impatto sul mare”

“Le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno approvato il testo unificato sulla cosmesi sostenibile a mia prima firma, i cui obiettivi sono calcolare l’impatto dei cosmetici sull’ambiente, stimolare una cosmesi più green e dare ai cittadini un marchio di certificazione ecologica gestito e garantito dallo Stato. Un testo nato a partire da una mia […]

“Le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno approvato il testo unificato sulla cosmesi sostenibile a mia prima firma, i cui obiettivi sono calcolare l’impatto dei cosmetici sull’ambiente, stimolare una cosmesi più green e dare ai cittadini un marchio di certificazione ecologica gestito e garantito dallo Stato. Un testo nato a partire da una mia proposta di legge, la 106, e da quella analoga presentata da Abrignani (2812). Il provvedimento, di cui sono relatrici le colleghe Gadda e Mucci, è stato varato dopo un esame approfondito e un ampio ciclo di audizioni.

Ogni giorno usiamo enormi quantità di prodotti per la cosmesi, tra creme, detergenti, lozioni per il corpo e trucchi, ma nel nostro Paese non c’è normativa che preveda di ‘misurare’ cosa e quanto finisce nell’ambiente, fiumi e mari innanzitutto. Per colmare questa lacuna è nata, grazie anche alla collaborazione con la Skineco,  la proposta di legge sulla cosmesi sostenibile. Si tratta di un provvedimento che va in direzione di una maggiore tutela dell’ambiente, della pelle e della salute, di una maggiore trasparenza verso i consumatori e che ci mette al passo con i paesi più avanzati dall’Ue. Un provvedimento che mi auguro possa andare in Aula alla Camera in tempi rapidi.

L’Italia è molto competitiva nella cosmesi: nel nostro Paese si produce oltre il 50% del make-up mondiale. Ma ad oggi non abbiamo alcuna forma di certificazione ecologica dedicata a questo settore che sia gestita e garantita dallo Stato, mentre molti sono i marchi “privati”, a dimostrazione di una reale esigenza di mercato. Queste certificazioni “fai da te” sono, spesso, diverse le une dalle altre creando confusione e scarsa chiarezza nei consumatori. Con la nuova legge si vuole coprire anche questa lacuna per dare ai consumatori uno strumento di scelta davvero ‘super partes’.

Il testo di legge mira a far crescere una filiera virtuosa, che puntando su ricerca, innovazione e nuove professionalità potrebbe diventare uno dei nuovi campi di azione della green economy e della chimica verde. Il progetto di legge istituisce un marchio italiano di qualità ecologica dei cosmetici, prescrive che per ogni prodotto sia specificata la composizione,  le sostanze non biodegradabili o con potenziale impatto sull’ambiente, sulla pelle e sulla salute eventualmente presenti e in che quantità, l’impatto dell’imballaggio e che siano assenti sostanze vietate dalla normativa vigente. Per poter ottenere il marchio, il prodotto candidato deve essere attento all’ambiente e i suoi componenti non devono essere testati su animali”.

Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, sull’iter della proposta di legge sulla certificazione ecologica dei prodotti cosmetici di cui è primo firmatario.

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