Nel Kurdistan iracheno vivono centinaia di migliaia di profughi interni, nonché di profughi siriani fuggiti dalla guerra. Molti sono vittime di violenze a sfondo religioso, o della tratta di schiavi o sopravvissuti a un genocidio. Particolarmente grave è la situazione degli Yezidi e dei Cristiani sopravvissuti a mirate campagne di persecuzione. Molti di loro soffrono ancora i traumi delle violenze subite durante il regime di Saddam Hussein.
La fondazione kurda Jiyan Foundation è finora l’unica istituzione dell’Iraq a offrire ai sopravvissuti di violazioni dei diritti umani un sostegno globale medico, psicologico e sociale. Più di 13.000 persone hanno finora potuto beneficiare delle cure offerte. “Dovete sapere che quello che fate per noi a Halabja è davvero unico. Soffriamo da più di vent’anni e voi siete i primi che ci aiutano a mitigare il dolore. Prego per voi ogni giorno”, ringrazia un superstite degli attacchi con gas nervini.
Il fondatore e presidente della Jiyan Foundation è Salah Ahmad, un terapeuta per l’infanzia e l’adolescenza formatosi in Germania. Negli anni Ottanta Salah Ahmad ha dovuto a sua volta fuggire dall’Iraq, ma nel 2005, dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, è tornato nella sua città natale di Kirkuk nel Kurdistan iracheno, dove ha aperto il primo centro di cure in Iraq per le vittime di tortura e violenza di guerra. Per il suo lavoro nel 2015 è stato insignito dell’Ordine al merito della Repubblica Federale Tedesca.
Nel 2016 l’Ufficio Affari di Gabinetto della Provincia Autonoma di Bolzano ha finanziato un progetto della Jiyan Foundation per la formazione di 20 terapeuti post-trauma nel nord dell’Iraq. Lo scopo del progetto era quello di formare personale locale che potesse garantire l’assistenza a lungo termine. Grazie al progetto vi sono ora 20 terapeuti che con l’art-therapy sostengono e aiutano persone traumatizzate dalla guerra e dalla violenza a ritrovare il proprio equilibrio psicologico ed emotivo.
Salah Ahmad sarà a Bolzano per raccontare della situazione nel nord dell’Iraq e della sua Jiyan Foundation in una serata in lingua tedesca organizzata dall’Associazione per i Popoli Minacciati in collaborazione con l’Ufficio Affari di Gabinetto.
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