Area di crisi complessa Vibrata-Tronto: sindacati e associazioni di categoria preoccupati sui tempi

Un incontro con la Regione e la richiesta di essere coinvolti nel processo di elaborazione del Piano di riconversione industriale in quanto “terminali territoriali del mondo produttivo e di quello del lavoro”. Lo hanno chiesto questa mattina al presidente Renzo Di Sabatino i segretari confederali (Giovanni Timoteo della Cgil, Antonio Scuderi della Cisl, Emidio Angelini […]

Un incontro con la Regione e la richiesta di essere coinvolti nel processo di elaborazione del Piano di riconversione industriale in quanto “terminali territoriali del mondo produttivo e di quello del lavoro”.

Lo hanno chiesto questa mattina al presidente Renzo Di Sabatino i segretari confederali (Giovanni Timoteo della Cgil, Antonio Scuderi della Cisl, Emidio Angelini della Uil) e le associazioni di categoria (Antonio De Remigis di Confindustria, Silvio Angeletti dell’associazione Piccole e Medie Industrie; Luciano Di Marzio di Confartigianato).

“Ho già fissato un incontro con il vicepresidente Giovanni Lolli – ha dichiarato a margine della riunione Di Sabatino – sindacati e mondo dell’impresa mi hanno rappresentato le loro perplessità in ordine al fatto che ancora non è stato elaborato il Piano di riconversione, di competenza del tavolo nazionale di coordinamento del quale noi facciamo parte ma che non si riunisce da tempo, e che non si hanno notizie certe sui bandi in uscita. Una preoccupazione che serpeggia anche fra gli imprenditori considerato che il decreto è del febbraio scorso e che la congiuntura è tale che hanno bisogno di risposte in tempi certi”.

Sindacati e associazioni datoriali hanno annunciato un “documento di sintesi ma compiuto” da far arrivare al Tavolo nazionale di coordimento quale contributo all’elaborazione del Piano di riconversione.

L’incontro di questa mattina è stata l’occasione per parlare anche dei provvedimenti riguardanti sisma e maltempo. “Abbiamo chiesto alla Provincia di farsi promotrice di un seminario informativo che entri nel merito delle misure, soprattutto di quelle riguardanti le zone franche urbane, perché vi è la necessità di un’informazione approfondita che al momento manca, una condizione che rischia di far perdere qualche opportunità sia ai cittadini che a commercianti e attività produttive”.

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