25 aprile 2018: l’unica razza è quella umana

Il 25 aprile del 1945 l’Italia fu liberata dalla dittatura nazifascista grazie alla lotta di centinaia di migliaia di persone che scelsero di dire no al fascismo, no alla negazione dei diritti e no all’uccisione di milioni di persone in nome della supremazia della “razza ariana”: i Partigiani, le Partigiane, le persone comuni scelsero di […]

Il 25 aprile del 1945 l’Italia fu liberata dalla dittatura nazifascista grazie alla lotta di centinaia di migliaia di persone che scelsero di dire no al fascismo, no alla negazione dei diritti e no all’uccisione di milioni di persone in nome della supremazia della “razza ariana”: i Partigiani, le Partigiane, le persone comuni scelsero di resistere e di lottare con ogni mezzo necessario per porre fine alla guerra e per liberarsi dal regime fascista.

Oggi, a 80 anni dalla emanazione delle leggi razziali e a 73 anni dalla Liberazione, c’è ancora bisogno di essere Partigian*, c’è ancora bisogno di ribadire con forza che l’unica razza esistente è quella umana.

Non c’è futuro senza memoria, per questo è importante ricordare che tutto ciò che è stato l’Olocausto, la terribile macchina della “soluzione finale” e il genocidio di milioni di persone (ebrei, rom, oppositori politici, donne “libere”, omosessuali, portatori di handicap), non è successo da un giorno all’altro, ma è stato il terribile finale di vent’anni di un crescendo di politiche xenofobe, di una folle propaganda che ha generato un capro espiatorio, dell’eliminazione di diritti e di repressione, giorno dopo giorno.

La memoria deve essere uno strumento per agire nel presente e cambiare il futuro, per questo non possiamo rimanere indifferenti di fronte a quello che sta accadendo da anni nel Mar Mediterraneo: un “mare spinato”, un cimitero senza lapidi ne nomi, nel quale è in corso da anni un genocidio.

Il razzismo è parte strutturale di questo sistema economico e si manifesta nelle sue politiche: dalla Bossi-Fini per arrivare all’ultima legge sulla migrazione, la Minniti-Orlando che istituisce “tribunali speciali” per i richiedenti asilo, aumenta i finanziamenti ai lager in Libia e stringe accordi sulla pelle dei migranti.
L’Unione Europea ha finanziato per 6 miliardi Erdogan al fine di bloccare i migranti in viaggio verso la Grecia, per la maggior parte siriani in fuga dalla guerra. Quei 6 miliardi di euro potrebbero essere usati per salvare vite, finanziare il welfare e migliorare l’esistenza di tutt*.

Invece sono stati la moneta di scambio che ha permesso di perpetrare il genocidio del popolo kurdo, il massacro di Afrin, che ha generato altre centinaia di migliaia di sfollati e morti, centinaia di arresti contro chi manifesta contro la guerra.

Silenzio e indifferenza verso questi “confini di morte”: dal Mediterraneo a Gaza, ai tanti territori devastati da conflitti generati dagli interessi economici delle cosiddette potenze occidentali.

La dilagante retorica razzista portata avanti dalla Lega di Salvini e supportata dai media main stream, non solo addita il migrante come colpevole della crisi, ma criminalizza anche la solidarietà di chi, come le ONG, cerca di salvare quelle vite di cui l’Europa e l’Italia finanziano la morte, facendo dell’export di armi un business che ammonta a circa 2,6 milioni all’ora, stringendo accordi con Paesi terzi e facendo fare a loro il “lavoro sporco”, o devastando territori in tutto il mondo.  Scelte politiche precise che hanno generato uno spostamento a destra della totalità delle istituzioni, di fronte a cui nessuno si è tirato indietro.

Ribadiamo a gran voce che la solidarietà non è un crimine, ma un atto di coraggio.  Milano è una città meticcia e solidale, i razzisti se ne dovranno fare una ragione. Lo ha dimostrato il 20 maggio: 100.000 persone sono scese in piazza con il messaggio forte e chiaro di “Nessuna Persona E’ Illegale”, hanno ribadito il rifiuto di ogni razzismo, da quello istituzionale del Partito Democratico a quello della Lega, e inondato la città di colori, culture e storie differenti, che sono una ricchezza e non un motivo di conflitto. Lo ha dimostrato il 10 febbraio dopo i fatti di Macerata, gridando a gran voce che Milano ripudia fascismo, razzismo e sessismo.

Milano è antifascista, antirazzista, meticcia e solidale, e lo dimostriamo ogni giorno nelle scuole, nelle università, nelle strade, nei quartieri e nelle periferie, nelle comunità che costruiamo come movimenti, collettivi, associazioni e singoli cittadini, lavorando con le persone, trovando soluzioni reali e garantendoci diritti con la lotta.

Il prossimo 25 aprile chiediamo che tutte/i coloro che condividono questo appello affianchino alle loro bandiere lo slogan “L’unica razza è quella umana”.

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