Le pareti che trasudano acqua, le luci che saltano, il buio, le sirene, i boati delle bombe. E poi il silenzio, segno che l’attacco aereo e’ finito. Il bunker di Mussolini e i due rifugi antiaerei di Villa Torlonia riaprono al pubblico dopo i lavori di sistemazione effettuati dall’associazione Roma sotterranea, aggiudicataria del bando pubblico indetto nell’agosto 2017, a seguito del quale e’ stata firmata con la Sovrintendenza capitolina la convenzione per la gestione congiunta dei bunker di Villa Ada e di Villa Torlonia per i prossimi tre anni. I due rifugi antiaerei sono stati allestiti inserendo alcuni pezzi originali dell’epoca, mentre nel bunker vero e proprio e’ stato realizzato un allestimento che permettera’ di rivivere una Air raid experience. Tre, invece, le sale dedicate al racconto di quel periodo, con riproduzioni di documenti originali dell’epoca, tra cui una serie di volantini, uno firmato da Roosevelt, lanciati su Roma come “bombardamento mediatico” che preannunciava gli attacchi veri e propri.
“Invito chi visitera’ il bunker di villa Torlonia a non soffermarsi solo sulla curiosita’ di vedere uno spazio a cui non si e’ abituati, ma a leggere gli elementi documentali che raccontano questi luoghi e anche provare a uscire dalle proprie scarpe e mettersi in quelle di persone che vivono in teatri di guerra, che sono piuttosto ricorrenti appena attraversato il nostro mare, e da cui provengono tante di quelle persone che hanno bisogno e diritto di asilo”, dice il vicesindaco di Roma con delega alla Crescita culturale, Luca Bergamo, che esprime “un certo disagio a parlare da questo luogo abitato da Mussolini, testa di uno dei momenti piu’ oscuri della storia italiana”. Le visite alle strutture sotterranee partiranno da martedi’.
Il primo rifugio in ordine temporale e’ stato realizzato nel 1940, riadattando degli ambienti sotterranei gia’ presenti all’interno del parco, che si sviluppavano sotto il laghetto del Fucino, utilizzati in origine dai Torlonia come cantine per la conservazione del vino. Ma presto ci si rese conto che quel luogo non era adatto, anche perche’ per raggiungerlo dal Casino Nobile bisognava percorrere circa 150 metri nel parco. Per questo nel 1941 si decise di realizzare un secondo rifugio nella sala centrale del seminterrato del Casino Nobile, dove si trovavano le cucine, che fu rinforzata con muri di cemento armato di 1 metro e 20 di spessore. La posizione al di sotto dell’edificio, pero’, se da una parte agevolava l’accesso, dall’altra non lo rendeva un luogo sicuro nel caso di bombardamento mirato sulla villa. A partire dall’autunno del 1942, Mussolini decise di dotarsi di un vero e proprio bunker, facendo scavare a sei metri e mezzo di profondita’. La struttura ha una pianta a croce e i quattro bracci sono a forma cilindrica, per meglio resistere alle sollecitazioni dei bombardamenti. È dotato anche di un’uscita secondaria, lungo il muro destro della tribuna con fontana e di un’uscita di emergenza, tramite una scala a pioli (non piu’ presente) all’interno di un pozzetto.
“Si tratta di tre monumenti che tornano a far parte del patrimonio della citta’. Questa sequenza di rifugi e bunker ci racconta la volonta’ dell’allora capo del governo di dotarsi di un sistema di protezione in parallelo con la sensazione che le cose stessero peggiorando”, dice il sovrintendente capitolino, Claudio Parisi Presicce, che definisce “eccellente il lavoro di illustrazione” ed esprime “soddisfazione nel vedere finalmente rispettato un impegno che avevamo assunto quando era finita la prima concessione del bunker. Oggi lo restituiamo alla citta’”. Il bunker rimase incompiuto, senza porte blindate, copertura esterna del pozzo e senza sistema di filtrazione d’aria, ma fu comunque utilizzato dagli abitanti della villa durante i frequenti allarmi e bombardamenti che si susseguirono fino all’ingresso a Roma degli alleati, il 5 giugno 1944. È qui che oggi il pubblico puo’ provare l’esperienza di un attacco aereo, con le luci che si spengono e le sirene che annunciano l’attacco. Oltre ai volantini e ai giornali esteri del’epoca, l’allestimento offre anche un filmato realizzato per l’occasione dal documentarista storico Fabio Toncelli. Le immagini ripercorrono il piano non portato a termine della Royal Air Force di eliminare Mussolini, bombardando contemporaneamente Villa Torlonia e Palazzo Venezia. In programma anche spettacoli teatrali di rievocazione storica e attivita’ didattiche in collaborazioni con altre associazioni. Adriano Morabito Roma sotterranea. “Siamo soddisfatti per aver finalmente riaperto il bunker- dice infine Adriano Morabito, presidente di Roma sotterranea- dopo l’esperimento che ha avuto successo a Villa Ada, questa aggiudicazione prevede anche la gestione coordinata dei due siti. La nostra e’ una associazione di volontari di esiste da 18 anni grazie alla passione per la citta’ e per tutto cio’ che di storico si nasconde sotto il piano di calpestio”.
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