Papa: nuovi schiavi, ai poveri non si perdona neppure loro povertà

“Anche oggi dobbiamo elencare molte forme di nuove schiavitu’ a cui sono sottoposti milioni di uomini, donne, giovani e bambini”. Lo dice Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Mondiale dei Poveri. “Quante volte- prosegue- vediamo i poveri nelle discariche a raccogliere il frutto dello scarto e del superfluo, per trovare qualcosa di cui nutrirsi […]

“Anche oggi dobbiamo elencare molte forme di nuove schiavitu’ a cui sono sottoposti milioni di uomini, donne, giovani e bambini”. Lo dice Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Mondiale dei Poveri. “Quante volte- prosegue- vediamo i poveri nelle discariche a raccogliere il frutto dello scarto e del superfluo, per trovare qualcosa di cui nutrirsi o vestirsi! Diventati loro stessi parte di una discarica umana sono trattati da rifiuti, senza che alcun senso di colpa investa quanti sono complici di questo scandalo. Giudicati spesso parassiti della societa’, ai poveri non si perdona neppure la loro poverta’. Il giudizio e’ sempre all’erta. Non possono permettersi di essere timidi o scoraggiati, sono percepiti come minacciosi o incapaci, solo perche’ poveri”. “Dramma nel dramma- dice ancora Papa Francesco-, non e’ consentito loro di vedere la fine del tunnel della miseria. Si e’ giunti perfino a teorizzare e realizzare un’architettura ostile in modo da sbarazzarsi della loro presenza anche nelle strade, ultimi luoghi di accoglienza. Vagano da una parte all’altra della citta’, sperando di ottenere un lavoro, una casa, un affetto… Ogni eventuale possibilita’ offerta, diventa uno spiraglio di luce; eppure, anche la’ dove dovrebbe registrarsi almeno la giustizia, spesso si infierisce su di loro con la violenza del sopruso. Sono costretti a ore infinite sotto il sole cocente per raccogliere i frutti della stagione, ma sono ricompensati con una paga irrisoria; non hanno sicurezza sul lavoro ne’ condizioni umane che permettano di sentirsi uguali agli altri. Non esiste per loro cassa integrazione, indennita’, nemmeno la possibilita’ di ammalarsi”.

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