Renato Mannehimer: “La maggior parte degli italiani sembra abbia voglia di nuove elezioni “

Renato Mannehimer, docente e tra i maggiori esperti nel campo dei sondaggi, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è Desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus. La crisi in vacanza. “Gli italiani stanno tornando dalle vacanze, anche se c’è pure chi le vacanze non le ha fatte […]

Renato Mannehimer, docente e tra i maggiori esperti nel campo dei sondaggi, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è Desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

La crisi in vacanza. “Gli italiani stanno tornando dalle vacanze, anche se c’è pure chi le vacanze non le ha fatte e chi le ha finite da un pezzo. La maggior parte sta tornando dalle vacanze e chi rientra si sta rendendo conto lentamente della situazione, dopo aver pensato ad altro, in pieno agosto. Sembrava una discussione interna, di noi osservatori. C’è un sondaggio fatto per il Sole 24 Ore: la maggior parte sembra abbia voglia di nuove elezioni ma senza fare tanti ragionamenti politici, come facciamo noi, così. Abbiamo chiesto “Vorresti nuove elezioni?”. Una maggioranza relativa ha detto di sì. Molti altri chiedono che i politici si mettano d’accordo. C’è un misto fra sorpresa e nuova disaffezione verso i politici”.

Si vuole andare al voto ma l’astensione regna sovrana. “Certo. Se deludono tutti uno dice: “Io me ne sto a casa, non ci vado più”, perché c’è un sentimento di grossa delusione. Vedremo come si sapranno comportare e come comunicheranno i leader del nuovo governo, se si farà. Bisogna dire che alcuni leader in passato, tra i quali Salvini, aveva trasmesso e raccolto e ha ancora una grande popolarità, e poteva un po’ combattere questa cosa dell’astensione. Adesso tra i nuovi Conte è molto popolare tra gli italiani, ha accresciuto la sua popolarità nelle ultime settimane. Dà l’aria di uno ragionevole, bravo, esperto, attento. Era, anche prima della crisi, l’uomo politico più popolare di tutti”.

Salvini molto pop, Conte figura istituzionale. Come mai piacciono entrambi? “Piacciono entrambi con una certa sovrapposizione da parte di alcuni ma hanno pubblici diversi. Conte ha un consenso più trasversale, anche in alcune parti del Centrosinistra, oltreché tra i votanti per il Governo. Salvini ha un consenso più concentrato tra i leghisti e nel suo partito. Hanno un tratto in comune: entrambi, dal punto di vista di chi li sostiene, rappresentano persone di cui ti puoi fidare. Perché tu, in politica, hai bisogno del leader. Questa è l’epoca, del leader. Quelli senza leader non si muovono. Perché la gente ha bisogno di una persona e di punto di riferimento”.

Questo eventuale ipotesi di un governo Movimento 5 Stelle-Partito Democratico, come viene recepita, dagli italiani? E quanto potrebbe essere Conte, la guida di una nuova coalizione? “La reazione degli italiani non è negativa. Sempre nello stesso sondaggio del Sole 24 Ore c’è una quota molto ampia, nel PD e minoritaria ma esiste, anche tra i 5 Stelle. C’è una percentuale anche in minoranza ma buona, nei Cinque Stelle, che vuole l’accordo. Poi bisogna vedere chi indicano, come leader, tra i tanti nomi che hanno in mente. Conte rassicura, ma anche tanti altri. Dipende da come si muovono e cosa dicono”.

Molti italiani si fidano di Conte. Ma quale proposta porta? “Ah, nessuna. Vorrebbero Conte come garanzia ma gli italiani si muovono con difficoltà, ogni italiano pensa come posso stare meglio io; non fa ragionamenti sofisticati sul deficit pubblico o impedire l’aumento dell’IVA. Questi li lascia fare agli specialisti. Si fida di Conte perché dice: “Mah, questo mi sembra affidabile e bravo”, non sulla base di un programmi”.

L’Europa applaude a Conte. “L’Europa plaude a Conte e gli italiani sono filoeuropei. Il sentimento antieuropeo si è accresciuto negli ultimi anni ma non ha sfondato. E il 70% è filo-Euro, cioè l’Euro ce lo teniamo, checché ne dicano certi esponenti. Però al tempo stesso pur voler restare in Europa, guardiamo l’Europa criticamente e chiediamo che cambi”.

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