Terzo Settore. Di Piazza: “Fondamentale per il nostro Paese, facciamolo diventare protagonista di un cambiamento”

“Il Terzo Settore è davvero importante per l’Italia e lo dico ormai da diversi anni. Io credo sia fondamentale davanti ad una crisi profonda del sistema della massificazione del profitto. Questo sistema, oggi, rappresenta un insieme di forze che consentono di creare un riequilibrio e le condizioni necessarie per il bene della cittadinanza. E’ bene […]

“Il Terzo Settore è davvero importante per l’Italia e lo dico ormai da diversi anni. Io credo sia fondamentale davanti ad una crisi profonda del sistema della massificazione del profitto. Questo sistema, oggi, rappresenta un insieme di forze che consentono di creare un riequilibrio e le condizioni necessarie per il bene della cittadinanza. E’ bene iniziare a premiare nuovi paradigmi che guardino ad un futuro modello che permetta di costruire una società più aperta ai bisogni degli italiani.
Oggi lo stesso mondo del no profit chiede di invertire una certa tendenza. C’è la necessità di produrre capitale sociale, beni non solo produttivi o finanziari ma che siano d’esperienza o sociali. Diventerà fondamentale valorizzare quelle imprese che pur facendo profitto utilizzano gli utili per restituire alla comunità. Per questo io ritengo che il futuro del terzo settore sia la cosiddetta economia civile”. Lo ha detto il Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Stanislao di Piazza, in un’intervista a Il Dolomiti.

“Per guardare al futuro – prosegue nell’intervista – dobbiamo costruire cooperative sociali , cooperative di comunità e in Trentino farlo risulta molto facile. Abbiamo la necessità di creare nuovi modelli di cooperazione che consentendo, di fronte ad un problema, l’unione delle forze lo possono affrontare assieme. Il Trentino, in questo senso, può diventare un vero e proprio laboratorio di economia civile. Dentro questo processo ci devono essere alcuni valori che sono quelli della gratuità oppure della reciprocità e della restituzione al bene comune e al proprio territorio”.

“Il volontariato – ha aggiunto – è qualcosa che la persona fa con il cuore. Vanno create le condizioni perché l’impegno del volontariato venga strutturato in maniera giusta e questo significa evitare sfruttamento e speculazioni. Chi vuole farlo deve aprire il proprio cuore a 360 gradi. Non esiste che sia importante solo la persona della porta accanto. E’ importante anche quello che si trova a 3 mila chilometri di distanza. Dobbiamo avere un cuore grande, uno spirito che ci consenta di aiutare il mondo. Quando uno si apre all’amore si apre per tutti non ci possono essere categorie”.

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