Piazza Fontana. Cronaca di un anniversario “di svolta” per Milano

Una piazza stretta attorno a 18 targhe, e a 17 morti. Un paese stretto attorno a una citta’ e a persone per troppo tempo lasciate sole con il loro dolore. Una svolta questo 50esimo anniversario della strage di piazza Fontana, a Milano. Un anniversario diverso dagli altri, e non solo per la presenza del Capo […]

Una piazza stretta attorno a 18 targhe, e a 17 morti. Un paese stretto attorno a una citta’ e a persone per troppo tempo lasciate sole con il loro dolore. Una svolta questo 50esimo anniversario della strage di piazza Fontana, a Milano. Un anniversario diverso dagli altri, e non solo per la presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella: un anniversario in cui si pronunciano i nomi delle vittime da voci di giovani, e i nomi dei carnefici con quelle dei piu’ anziani. “Da Portella della Ginestra a venire avanti le stragi in Italia hanno sempre avuto una matrice, e cioe’ in particolare quella parte che non ha mai digerito il fatto che nel nostro paese si e’ conquistata la democrazia e la Costituzione combattendo fascismo e nazismo e rimettendo in campo la democrazia e la liberta’”, afferma il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, ospite del tradizionale presidio di fronte all’ex Banca nazionale dell’Agricoltura. “Credo che le parole con cui oggi sia il sindaco sia il presidente della Repubblica abbiano ricostruito la verita’ dei fatti che sono avvenuti- avverte Landini- ci rendano orgogliosi di essere italiani. Noi siamo una repubblica democratica perche’ siamo antifascisti altrimenti non saremmo una Repubblica”, scandisce il segretario Cgil tra gli applausi. Fa un freddo pungente, ma i milanesi sembrano non sentirlo, a giudicare dalla grossa partecipazione. Grande e commossa, come le parole del presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Carlo Arnoldi, che offre un pensiero, oltre ai morti, anche alle mamme dei defunti: “Insieme ai nostri morti oggi non ci sono piu’ le nostre mamme- dice- che per tanti anni ci hanno spronato per avere giustizia e verita’”. Oggi quelle madri, come afferma Arnoldi “sono in cielo coi nostri morti e i nostri morti con loro sono intorno a quella piazza e a quella fontana contenti di vedere cosi’ tanta gente”. La gente applaude, il pubblico ascolta assorto gli interventi che si susseguono. Prima di terminare, il presidente dell’associazione famigliari non lesina una battuta a certa stampa, per alcune revisioni troppo libere. “In questi giorni su alcuni giornali ci sono stati tentativi di revisionismo”, precisa Arnoldi: “Si riconosceva una verita’ giudiziaria che non c’e’ e non si riconosce una verita’ storica che c’e'”. C’e’ e si vede, c’e’ e si pronuncia. Ordine Nuovo. Apparati deviati delle istituzioni. Finalmente a briglie libere si puo’ raccontare l’innocenza di Valpreda e di Pinelli, e la matrice di una strategia della tensione propria di anni da cui pare esser stata tolta la coltre di polvere, come con un vecchio libro da far leggere ai nipoti. “Chi non ha vissuto quegli anni come puo’ comprendere il crogiuolo di cambiamenti di cui furono portatori?”, si domanda la presidente nazionale Anpi, Carla Federica Nespolo, altra ospite illustre di questa giornata speciale. “In sostanza- prosegue Nespolo- dobbiamo chiedere cosa sanno di quegli anni i giovani di oggi, ed e’ bellissima la frase della senatrice Liliana Segre che chiede ai giovani che in queste settimane hanno riempito con la loro voglia di futuro le piazze italiane ‘siate le sentinelle della memoria’. Non e’ un’ossessione ma un’esigenza democratica”, conclude la presidentessa Anpi. Infine, la politica. C’e’ il presidente del Consiglio comunale milanese Lamberto Bertole’, ci’e’ il viceministro milanese dello Sviluppo economico Stefano Buffagni, classe 1983. E afferma: “L’esercizio della memoria e’ fondamentale”, in quanto “mantiene grande il dolore ma allo stesso tempo conferisce forza”, e “ai piu’ giovani, da vostro quasi coetaneo, dico infine: non abbassiamo mai la guardia e prendiamo esempio dai nostri nonni e dai nostri padri che furono capaci di salvaguardare i valori del nostro Paese”. C’e’ il Pd un suo striscione: “Quello di quest’anno e’ un anniversario ancora piu’ doloroso- afferma la segretaria metropolitana dem Silvia Roggiani- perche’ scandisce mezzo secolo di errori, ombre e depistaggi che hanno impedito si raggiungesse la verita’ giudiziaria su una strage che ha fatto vittime innocenti e segnato per sempre la vita di molte persone e del nostro Paese. Dopo 50 anni nessuno ha pagato per quelle vite spezzate, nonostante una verita’ storica abbia infranto il muro di silenzio e omissioni”. E dunque l’attentato “ci interroga sul senso dello Stato e della giustizia, e ci impone di testimoniare un impegno a tenere alti i valori dell’antifascismo, della liberta’ e della democrazia. Chi dimentica e’ destinato a ripetere la storia, per questo non dobbiamo mai stancarci di alimentare il ricordo e la memoria”, ammonisce Roggiani. “Ricordiamo le 19 vittime della strage di Piazza Fontana. Ricordiamo le 17 vittime della bomba alla banca dell’Agricoltura e ricordiamo i due uomini che hanno perso la vita in conseguenza di quella strage: Giuseppe Pinelli, la 18esima vittima, e Luigi Calabresi, la 19esima vittima. Una preghiera per ognuno di loro”, dice Paolo Grimoldi, deputato della Lega e segretario della Lega Lombarda. Come ogni anno, dice il forzista Gianluca Comazzi “un pensiero commosso va alle vittime di quel tragico giorno e ai loro familiari, che ancora oggi convivono con il loro dolore. Le istituzioni hanno il dovere di ricordare quanto avvenuto quel 12 dicembre 1969, affinche’ tragedie del genere non si ripetano mai piu'”. I valori democratici “sono un patrimonio prezioso, da difendere con forza trasmettendoli alle nuove generazioni. Significativa e quantomai gradita dunque la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oggi a Milano”, dice Davide Caparini, assessore regionale al Bilancio della Regione Lombardia. Il suo collega Riccardo De Corato e’ andato a deporre un mazzo di fiori al cippo in memoria del Commissario Luigi Calabresi in via Cherubini: perche’ “fu la 19esima vittima della strage. Venne, infatti, a suo tempo accusato dalla sinistra extraparlamentare di aver causato la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli”.

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