Coronavirus. Abruzzo, tra i nuovi poveri anche gli universitari

“Le nuove forme di poverta’ le stiamo scoprendo. Io credo che le persone piu’ svantaggiate stiano non solo risentendo di questo momento di crisi, ma che ne risentiranno”. Persone che fino a ieri non avevano bisogno di sostegno, oggi si rivolgono alle associazioni a cominciare dal Banco Alimentare. Il direttore del Banco Abruzzo-Molise, Cosimo Trivisani, […]

“Le nuove forme di poverta’ le stiamo scoprendo. Io credo che le persone piu’ svantaggiate stiano non solo risentendo di questo momento di crisi, ma che ne risentiranno”. Persone che fino a ieri non avevano bisogno di sostegno, oggi si rivolgono alle associazioni a cominciare dal Banco Alimentare. Il direttore del Banco Abruzzo-Molise, Cosimo Trivisani, in un’intervista all’agenzia Dire racconta le nuove poverta’ del territorio nel periodo dell’emergenza coronavirus. Tra i “nuovi poveri”, sottolinea, ci sono non soltanto coloro che facevano lavori occasionali, le donne che vanno a fare le pulizie, ma anche le partite Iva e gli studenti universitari che “si mantenevano gli studi facendo, nella gran parte dei casi, i camerieri”.
Una situazione, aggiunge, in continua evoluzione per cui avere il polso della situazione gia’ ora e’ difficile. Che la poverta’ si stia insinuando in nuove fasce sociali, pero’, e’ innegabile e le richieste che arrivano al Banco lo conferma. Associazione che si avvale di una rete di 220 strutture tra Abruzzo e Molise e che da oggi iniziera’ a consegnare pacchi di prodotti nei Comuni della zona rossa. Anche nei piu’ piccoli, sottolinea Trivisani, ci sono almeno tre o quattro nuclei familiari che non hanno nulla da mangiare. Le richieste arrivano da tutto l’Abruzzo e “stiamo riuscendo ad indicare a tutti qual e’ la struttura caritativa piu’ vicina alla loro residenza che fa riferimento a noi.
Riceviamo tantissime telefonate e mail.
Ma il nostro compito – sottolinea – non e’ solo quello di aiutare, ma di salvare la dignita’ di queste persone”, soprattutto di quelle che, fino a ieri, non dovevano chiedere aiuti. “Per farlo – aggiunge – ci vuole gente che abbia un minimo di tatto, e anche garantire un mix nutrizionale adeguato”. I prodotti, in sostanza, devono essere buoni per evitare un impatto psicologico ancor piu’ devastante, lascia intendere, in un momento in cui le abitudini di tutti sono cambiate e in cui si sente la necessita’ di mantenere vivo quel pizzico di normalita’ che aiuta ad affrontare problemi economici e perdite affettive.
Una bella risposta arriva dall’Abruzzo in termini di solidarieta’, conclude, portando ad esempio il titolare della ditta che ha costruito il magazzino che il Banco ha a Pescara: “Mi ha chiamato. Ora e’ qui a darci una mano”.

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