Scuola: Ok più 16mila posti concorso, ma serve abilitazione per titolo

“La notizia dell’ampliamento dei contingenti messi a concorso con 16mila ulteriori posti e’ un fatto positivo, che risponde all’esigenza di coprire il turn over importante che e’ in atto nella scuola”. A dirlo e’ Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil. “L’auspicio pero’- prosegue la nota- e’ che i benefici di questo ampliamento producano effetti concreti […]

“La notizia dell’ampliamento dei contingenti messi a concorso con 16mila ulteriori posti e’ un fatto positivo, che risponde all’esigenza di coprire il turn over importante che e’ in atto nella scuola”. A dirlo e’ Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil. “L’auspicio pero’- prosegue la nota- e’ che i benefici di questo ampliamento producano effetti concreti dall’inizio del nuovo anno scolastico, perche’ a partire da settembre la scuola italiana sara’ chiamata a sanare il debito educativo maturato nei confronti degli studenti e a garantirgli il recupero del tempo, della didattica e della socialita’ sottratti dall’emergenza sanitaria. Perche’ questo avvenga- sottolinea il dirigente sindacale- e’ necessario che nella procedura concorsuale straordinaria il quiz venga sostituito da graduatorie per titoli, una proposta condivisa da molte forze di maggioranza, che hanno presentato emendamenti che vanno esattamente in questa direzione. Si tratterebbe di un meccanismo molto simile a quello che viene proposto nel Decreto legge Rilancio per alcune tipologie di assunzione del settore sanitario”. “Per ripartire a settembre la scuola avra’ bisogno di organici potenziati, classi meno numerose, interventi costanti di sanificazione, formazione e sicurezza, e quindi di risorse umane e strumentali. Gli interventi necessari devono essere programmati adesso: questo e’ il tempo delle decisioni e del confronto. Pensare che la ripresa possa essere gestita in modo autoreferenziale produce errori che sarebbero evitabili. Gli annunci e le smentite che si stanno susseguendo in queste settimane sono il frutto di un’ostinata chiusura della ministra al confronto con le parti sociali. Si cambi rotta- conclude Sinopoli- per il bene della scuola, di chi ci lavora, ci studia e crede fortemente nel valore democratico dell’istruzione”.

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