Agricoltura. Abruzzo, l’Allevatore: “Noi dimenticati da tutti”

Quello che rischiamo di perdere e’ “un pezzo di storia del nostro Abruzzo e dell’Italia intera”. E’ una lunga lettera quella dell’allevatore Battista Caterini, assessore all’Agricoltura del Comune di Valle Castellana, che a nome di tutta la categoria chiede l’aiuto che – sostiene – fino ad ora il settore non ha avuto dalla Regione ne’ […]

Quello che rischiamo di perdere e’ “un pezzo di storia del nostro Abruzzo e dell’Italia intera”. E’ una lunga lettera quella dell’allevatore Battista Caterini, assessore all’Agricoltura del Comune di Valle Castellana, che a nome di tutta la categoria chiede l’aiuto che – sostiene – fino ad ora il settore non ha avuto dalla Regione ne’ dal Governo con il rischio che, la fase 2 “dara’ il ‘colpo finale’ al settore”. E’ un appello a tutte le istituzioni il suo, perche’ “si attivino con iniziative e proposte serie e concrete a sostegno del nostro settore. Non vogliamo promesse mirabolanti, piani shock o soldi a pioggia, ma progetti concreti a sostegno degli allevatori, con finanziamenti certi e rapidi, ma soprattutto- aggiunge- una nuova programmazione di questo settore che tenga conto delle esigenze di chi vi lavora, e non sia quindi ‘calato dall’alto’ da burocrati che non sanno nemmeno come e’ fatto un pascolo”. L’allevatore sottolinea come, ad oggi, l’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) non abbia ancora finito di pagare il saldo della Pac (Politica agricola comune) agli allevatori e punta il dito sui prezzi che, con il Covid 19, “sono in caduta libera tanto che- denuncia Caterini- siamo tornati a livelli toccati sono negli anni ’30”. E se il latte non si vende, i prezzi delle carni “sono ai minimi storici”, allarmante e’ la vicenda per il settore “lana” stando a quanto riferisce: “Prima della pandemia veniva venduta a 20 centesimi al chilo, mentre oggi non la vuole piu’ nessuno e, anzi, chiedono addirittura di esser pagati per tosare le pecore, una cosa mai successa prima”. A essere “schizzati alle stelle”, prosegue, anche i prezzi per lo smaltimento delle carcasse degli animali arrivato a costare, per capo, afferma, fino a 80 euro a fronte dei 30 euro precedenti la pandemia. Infine la problematica dei cosiddetti “terreni bruciati” che “in Abruzzo- prosegue l’allevatore- aumentano”. Terreni che per legge non possono utilizzare per i pascoli. “Quindi anche in vista dell’estate e della ripresa dell’attivita’ di molti allevatori c’e’ il rischio che tanti di noi non trovino i terreni sui quali far pascolare le pecore visto che gli speculatori del nord Italia si sono accaparrati, grazie ad una maggiore forza contrattuale, i terreni migliori favorendo un aumento insostenibile dei canoni di affitto per gli storici pastori abruzzesi”. L’allevatore, a nome della categoria, chiede dunque la revisione dei Pac e una politica dei prezzi sostenibile e remunerativa. 

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