Cinema. Venezia 77, Almodovar: “No a lockdown, tornare al cinema”

Bisogna tornare al cinema, e’ questo l’appello che Pedro Almodovar lancia dalla Mostra di Venezia. In conferenza stampa insieme a Tilda Swinton, protagonista del suo ultimo film ‘The Human Voice’, tratto dall’opera teatrale di Jean Cocteau e presentato fuori concorso oggi al Lido, il regista spagnolo ha parlato del lockdown generato dall’emergenza Covid e dell’esigenza […]

Bisogna tornare al cinema, e’ questo l’appello che Pedro Almodovar lancia dalla Mostra di Venezia. In conferenza stampa insieme a Tilda Swinton, protagonista del suo ultimo film ‘The Human Voice’, tratto dall’opera teatrale di Jean Cocteau e presentato fuori concorso oggi al Lido, il regista spagnolo ha parlato del lockdown generato dall’emergenza Covid e dell’esigenza di tornare in sala perche’ “ci sono alcune emozioni che si possono provare solo davanti a un grande schermo, al fianco di persone che non si conoscono, in una stanza scura. Ci sono diverse cose che ci ha dimostrato il lockdown, tipo quanto la gente dipende dalla finzione- ha dichiarato Almodovar- La finzione e’ stato anche un modo di riempire il tempo. E quando parlo di finzione, mi riferisco anche alla cultura, che e’ assolutamente necessaria. Tutto quello che avete visto (in questi mesi a casa ndr) e’ stato scritto, interpretato e illuminato da qualcuno. Le piattaforme hanno svolto un ruolo importante. Pero’ c’e’ un altro risultato che a me pare inquietante e negativo. Il lockdown ci ha mostrato la casa come un luogo di reclusione, da dove possiamo lavorare, comprare, incontrare la persona della nostra vita, possiamo ordinare cibo, il tutto sedentariamente. Le imprese hanno capito che far lavorare da casa e’ piu’ economico, ma e’ pericoloso”, ha messo in guardia Almodovar. “Nel caso del lockdown e’ stata una reclusione temporanea, ma non vorrei che questa si prolungasse nel tempo. Io contrapporrei alla reclusione, il cinema. Andare al cinema e’ un’avventura, devi vestirti, pensare a come apparire agli altri e devi metterti in un luogo pubblico da condividere con degli sconosciuti. Alla fine ti ritrovi a piangere con gli altri ed e’ un’esperienza umana fondamentale. Ovviamente i film sono fatti per essere visti in ogni modo, ma sentire respirare gli spettatori in sala a me fornisce molte informazioni su cosa genera la pellicola nello spettatore”, ha spiegato il regista. “Naturalmente i film sono fatti per essere visti in qualsiasi modo, ma con un film su Netflix si perde questo. Dobbiamo andare al cinema, per questo subito dopo il lockdown ho fatto questo film e tra poco iniziero’ un nuovo progetto”, ha concluso.

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