Cibo: allarme fame, in prossimi mesi 34 mln rischiano vita

La fame nel mondo sta aumentando a livelli allarmanti in ben 20 Paesi e oltre 34 milioni di persone entro giugno “saranno a un passo dal perdere la vita per la mancanza di cibo”. A lanciare il monito e’ lo studio ‘Hunger Hotspots’ realizzato dall’Organizzazione per l’agricoltura e l’alimentazione (Fao) e del Programma alimentare mondiale […]

La fame nel mondo sta aumentando a livelli allarmanti in ben 20 Paesi e oltre 34 milioni di persone entro giugno “saranno a un passo dal perdere la vita per la mancanza di cibo”. A lanciare il monito e’ lo studio ‘Hunger Hotspots’ realizzato dall’Organizzazione per l’agricoltura e l’alimentazione (Fao) e del Programma alimentare mondiale (Wfp), diffuso oggi.
Secondo i due organismi Onu, il livello di fame piu’ acuta si registra in Yemen, Sud Sudan e Nigeria settentrionale, con rispettivamente 16 milioni, 7 milioni e 13 milioni di persone per le quali entro l’estate l’accesso al cibo sara’ a rischio. Qui “la popolazione deve fare i conti con livelli di fame acuta catastrofici”, si legge nello studio congiunto, e ci sono “famiglie in alcune zone del Sud Sudan e dello Yemen gia’ a rischio di morte”. Il report continua: “Sebbene la maggior parte dei paesi colpiti si trovi in Africa, la fame acuta e’ destinata a crescere vertiginosamente nella maggior parte delle regioni del mondo: in Afghanistan, in Siria, in Libano, e ad Haiti.
All’origine di questa crisi, c’e’ la combinazione di guerre e instabilita’, disastri naturali e cambiamenti climatici nonche’ l’impatto della pandemia di Covid-19 sulle economie. Per porre fine a questa situazione, il direttore esecutivo del Wfp, David Beasley, suggerisce tre condizioni: “I combattimenti devono cessare, dobbiamo avere accesso alle comunita’ vulnerabili per fornire aiuti salvavita e, soprattutto, abbiamo bisogno di piu’ donazioni fino a 5,5 miliardi di dollari”.
In particolare, i conflitti armati o altre forme di violenza secondo le due organizzazioni delle Nazioni Unite potrebbero “proseguire o aumentare di intensita’” in Afghanistan, Repubblica Centrafricana, Sahel centrale, Etiopia – e in particolare nella regione del Tigray – Nigeria settentrionale, Mozambico settentrionale, Somalia, Sud Sudan e Sudan.
La pandemia di Covid-19 invece “continuera’ ad avere un impatto su numerosi paesi in tutto il mondo, lasciandoli altamente vulnerabili agli shock economici. L’America Latina e’ la regione piu’ colpita dal declino economico- si legge ancora- e sara’ la piu’ lenta a riprendersi. In Medio Oriente, Yemen, Siria e Libano sono gravemente colpiti da un rapido deprezzamento della valuta e da un’inflazione alle stelle”.
I disastri naturali tra cui il fenomeno atmosferico de La Nina e i cambiamenti climatici “continueranno ad aprile e maggio, causando fame in diverse parti del mondo, dall’Afghanistan a Madagascar e Corno d’Africa”.
Le invasioni di locuste del deserto in Africa orientale e sulla costa del Mar Rosso “continuano a destare preoccupazione.
Nell’Africa meridionale, in alcune parti dell’Angola, Botswana, Namibia, Zambia e Zimbabwe, le locuste migratorie africane minacciano di devastare i raccolti estivi. L’accesso sempre piu’ limitato in alcuni paesi per aiutare le persone bisognose ha peggiorato le cose”.
In aggiunta ai paesi gia’ citati, crisi nelle produzioni e nell’approvvigionamento di cibo si registrano in Venezuela, El Salvador, Guatemala, Honduras, poi Sierra Leone, Liberia, Burkina Faso, Mali, Niger, Sudan e Somalia.

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