“Negli ultimi anni le piccole e medie imprese stanno affrontando una crescente minaccia che ha raggiunto livelli insostenibili: l’aumento di furti, rapine e danneggiamenti. Negli ultimi due anni si è assistito a una crescita del 20% degli episodi di microcriminalità a danno delle PMI. Non possiamo più tollerare che la sicurezza dei nostri imprenditori sia lasciata al caso. Lo Stato deve fare la sua parte, altrimenti si rischia di fare il gioco delle mafie. Chiediamo un intervento immediato del governo affinché istituisca un fondo per la sicurezza delle PMI e preveda un massiccio incremento della vigilanza territoriale e delle Forze dell’Ordine. Non è accettabile vedere imprenditori costretti a dormire all’interno delle proprie attività perché non si sentono tutelati dallo Stato”.
Lo ha detto il presidente di Confimprenditori, Stefano Ruvolo, presentando al Centro Studi il report “Allarme sicurezza per le PMI”.
“I dati parlano chiaro e testimoniano una situazione ormai non più sostenibile. Le PMI rappresentano il 99,9% delle imprese italiane e contribuiscono per il 63% al valore aggiunto complessivo e per il 76% all’occupazione nazionale. Il 35% delle PMI italiane ha subito almeno un episodio di furto o danneggiamento nell’ultimo anno, per un danno economico complessivo che supera gli 850 milioni di euro. In alcune regioni, come Veneto, Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia, la situazione appare particolarmente critica. Sempre nell’ultimo anno abbiamo registrato un aumento del 25% degli episodi di microcriminalità al Nord Italia, con Milano, Verona, Torino e Bologna tra le città più colpite. Questa emergenza rischia di avere ripercussioni devastanti sul tessuto imprenditoriale, soprattutto per le micro e piccole imprese già messe a dura prova da crisi economiche, inflazione e burocrazia”.
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