Il conflitto in Medioriente ha raggiunto il 623° giorno. L’Iran si dice pronto a “considerare” un ritorno alla diplomazia “una volta che l’aggressione israeliana sarà stata fermata”, ha dichiarato il ministro degli Esteri e capo negoziatore per il nucleare Abbas Araghchi al termine di un incontro con i rappresentanti europei a Ginevra. “Siamo favorevoli a proseguire i colloqui con i Paesi E3 (Germania, Francia e Regno Unito) e con l’Ue”, ha aggiunto.
Secondo quanto riferisce Parigi, Teheran avrebbe proposto “possibili concessioni” sul suo programma nucleare, tra cui il fissare dei limiti all’arricchimento dell’uranio, senza però puntare all’azzeramento. È all’interno di questi margini che potrebbe svilupparsi un’intesa.
Nel frattempo, gli attacchi israeliani continuano a colpire vari obiettivi in Iran e, nel nord del Paese, è stata avvertita una forte scossa di terremoto. Sull’ipotesi di un’azione congiunta di Israele contro l’Iran, Donald Trump ha affermato: “Entro due settimane decideremo”. Da parte sua Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “Fermeremo il nucleare dell’Iran con o senza gli Usa”.
In aggiunta, Israele ha intensificato i raid sulla Striscia di Gaza: “Gli spari sulla folla che aspettava gli aiuti hanno causato 35 vittime”. Complessivamente, nelle ultime 24 ore, i raid israeliani hanno provocato oltre 80 morti nella Striscia.