L’AQUILA – La follia della violenza umana non ha confini e nuovi venti di guerra si levano con forza sempre più minacciosa. In questo quadro oscuro, Gaza rimane soggetta al violento attacco ideato e condotto dal governo israeliano di Benjamin Netanyahu. Il popolo palestinese, privo di difese e già provato da ogni tipo di privazione, rischia di subire quella che appare come una vera e propria pulizia etnica.
Per esprimere solidarietà a chi soffre e chiedere la fine di questo massacro, le Democratiche del Territorio Aquilano hanno indetto uno sciopero della fame a staffetta, «proseguendo, come in un’ideale catena umana, l’impegno già assunto da tante persone in Europa. Un piccolo gesto per dire BASTA AL GENOCIDIO A GAZA», afferma Gilda Panella, portavoce delle Dem del Territorio Aquilano e membro del coordinamento nazionale delle Democratiche.
«Con lo sciopero della fame a staffetta di 24 ore, chiediamo un definitivo cessate il fuoco e la fine del blocco degli aiuti umanitari. Vogliamo inoltre sensibilizzare l’Unione Europea e i singoli governi nazionali perché finalmente agiscano con determinata efficacia per la fine dello sterminio a Gaza e il rilascio degli ostaggi», prosegue Panella.
L’appello lanciato qualche giorno fa ha già raccolto numerose adesioni da cittadine e cittadini, esponenti istituzionali, associazioni, partiti e sindacati. «Voglio esprimere gratitudine a chi in questi giorni, da ogni angolo d’Abruzzo, si unisce alla nostra protesta non violenta. Facciamo sentire la nostra voce contro una barbarie indicibile che non può lasciare indifferenti le coscienze di donne e uomini civili».
Aderiscono, tra gli altri (in ordine di iscrizione): Stefania Pezzopane, Adolfo Paravano, Leila Kechoud, Massimo Cialente, Michele Fina, Eva Fascetti, Emanuela Di Giovambattista, Benedetta di Marzio, la Conferenza delle Democratiche della provincia di Pescara, Giacomo Carnicelli, Lorenza Panei, Nello Avellani, Gaia Lupone, Maria Silvia Di Giovanni, Luigia Caponi, Maria Marchetti, Stefania Catalano, Quirino Crosta, Deborah Palmerini, Loredana Marinacci, Piergiorgio Ruggieri, Gianfranco Poccia, Guendalina Di Sabatino, Stefano Albano, Gianvito Pappalepore, Giorgio Paravano, Silvano Cappelli, Iside Di Martino, Anna Caruso, Daniela Sabatini, Daniele Marinelli, Roberto Iannucci, Pierluigi Iannarelli, Giorgio Spacca, Fabrizio D’Alessandro, Roberta Pacifico, Anna Giuseppina Ilario, Graziella Orcadini, Stefano Mancini, oltre a numerose altre cittadine e cittadini.
L’iniziativa si affianca ad analoghe azioni già in corso in tutta Europa. «Un gesto semplice, di un numero crescente di persone, che speriamo scuota le coscienze dei nostri governanti, ancora oggi silenti di fronte all’annientamento della popolazione di Gaza».
Il 30 giugno, a L’Aquila, in concomitanza con la seduta del Consiglio comunale, è previsto un presidio simbolico dalle ore 9:30 in Piazza Palazzo, che segnerà l’avvio dello sciopero della fame – non della sete – a staffetta. Saranno presenti alcuni degli aderenti, mentre chi vorrà potrà sottoscrivere l’appello delle Democratiche, tra consigliere, consiglieri comunali e cittadine e cittadini. Nei giorni successivi, dieci persone al giorno si alterneranno nel digiuno in favore di Gaza.
«Terremo, inoltre, – sempre nella città capoluogo di regione –, un secondo sit-in simbolico, in data concomitante con una prossima seduta del Consiglio regionale, nell’area della villa comunale antistante Palazzo dell’Emiciclo, sede della Regione Abruzzo, per chiedere al governo regionale di agire con urgenza in nome della civiltà e dell’umanità e interrompere ogni rapporto istituzionale con il governo d’Israele guidato da Benjamin Netanyahu», conclude Gilda Panella.
Intanto, in Italia, dopo Puglia ed Emilia-Romagna anche Toscana e Liguria hanno sospeso le relazioni istituzionali con Israele per condannare i bombardamenti e i continui attacchi che hanno causato decine di migliaia di vittime tra i civili palestinesi inermi. Sono i primi segnali provenienti dalle Istituzioni per la pace e contro il genocidio in corso a Gaza: si confida che presto si aggiungano altre regioni e il governo nazionale.