Il conflitto in Medioriente è giunto al 623° giorno. L’Iran ha dichiarato di essere pronto a “considerare” un ritorno alla diplomazia “una volta che l’aggressione israeliana sarà stata fermata”, ha detto il ministro degli Esteri e capo negoziatore per il nucleare Abbas Araghchi, al termine di un incontro con i rappresentanti europei a Ginevra. “Siamo favorevoli a proseguire i colloqui con i Paesi E3 (Germania, Francia e Regno Unito) e con l’Ue”, ha aggiunto.
Secondo quanto riferito da Parigi, Teheran avrebbe offerto “possibili concessioni” sul programma nucleare, inclusa la riduzione dei limiti all’arricchimento dell’uranio. Nel frattempo i raid israeliani hanno continuato a colpire vari obiettivi in Iran e, nel nord del Paese, si è verificata una forte scossa di terremoto.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, parlando con i giornalisti sulla richiesta di far cessare gli attacchi israeliani in Iran, ha osservato che “è difficile” avanzare una simile domanda. “Si tratterebbe di una richiesta difficile da fare, perché stanno vincendo”, ha specificato.
Intanto Israele ha ripreso i bombardamenti su Gaza: “Gli spari sulla folla che aspettava gli aiuti hanno causato 35 vittime”. Complessivamente, nelle ultime 24 ore, più di 80 persone sono morte nella Striscia a seguito dei raid israeliani.