Haifa colpita dai razzi: Netanyahu pronto ad avanzare in solitaria

Nei cieli di Iran e Israele continuano a moltiplicarsi i crateri e le aree devastate, mentre entrambe le parti proseguono senza tregua lo scambio di missili con l’obiettivo di perforare le difese avversarie. Sul fronte diplomatico, invece, a Ginevra si tenta di fermare l’escalation del conflitto. Per il premier israeliano Benyamin Netanyahu rimane prioritaria l’interruzione […]

Nei cieli di Iran e Israele continuano a moltiplicarsi i crateri e le aree devastate, mentre entrambe le parti proseguono senza tregua lo scambio di missili con l’obiettivo di perforare le difese avversarie. Sul fronte diplomatico, invece, a Ginevra si tenta di fermare l’escalation del conflitto.
Per il premier israeliano Benyamin Netanyahu rimane prioritaria l’interruzione del programma nucleare iraniano, “con o senza l’appoggio di Trump”. Il capo di stato maggiore dell’IDF, generale Eyal Zamir, ha invitato la popolazione a prepararsi a una “campagna prolungata” contro la Repubblica islamica, prefigurando “giorni difficili” per i civili, alle prese con i bombardamenti iraniani che hanno colpito Tel Aviv, Beer Sheba e Haifa. Intanto la tragedia a Gaza prosegue senza sosta: solo nell’ultima tornata di violenze sono morte almeno 60 persone, 31 delle quali centrate dal fuoco israeliano nei pressi dei punti di distribuzione degli aiuti, un’altra strage silenziosa nella Striscia.

Il generale Zamir ha ammesso che la difesa contro gli attacchi iraniani “rappresenta una sfida diversa da quelle precedenti”. Da giorni le sirene antiaeree risuonano all’alba a Beer Sheba, dove un missile balistico iraniano ha centrato il parcheggio accanto all’ospedale Soroka, distruggendo diverse abitazioni, incendiando veicoli e facendo crollare balconi e facciate. I feriti sono sette. Nel pomeriggio, un’altra salva di 25 missili ha attivato gli allarmi in tutto il Paese ma ha impattato soprattutto su Haifa, ferendo 23 persone, tra cui un ragazzo di 16 anni in condizioni critiche a causa delle schegge. Sempre le Guardie rivoluzionarie hanno rivendicato l’attacco a una sede Microsoft, accusata di “collaborare” con l’esercito israeliano.

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha denunciato che uno dei missili ha colpito la moschea di Al-Jarina, ferendo fedeli e religiosi al momento della preghiera. Secondo i media, l’esplosione è avvenuta non lontano dal porto di Haifa, snodo strategico insieme ad Ashdod. Ne è consapevole Teheran, che continua a indicare la città costiera fra i propri obiettivi: la compagnia danese Maersk ha temporaneamente sospeso gli scali a Haifa, valutato “troppo rischioso”. Sul versante israeliano, il ministro della Difesa Israel Katz ha ordinato di intensificare gli attacchi contro siti della Repubblica islamica, con l’obiettivo di destabilizzare il regime. Israele rivendica la distruzione di decine di lanciamissili e depositi di razzi, nonché attacchi a “un centro di ricerca e sviluppo per armi nucleari” a Teheran. Le autorità iraniane, da parte loro, confermano la morte di 11 Pasdaran in un bombardamento israeliano su una base di Bostanabad e accusano l’aviazione israeliana di prendere di mira infrastrutture civili, segnalando che un razzo ha danneggiato un ospedale di Teheran, il terzo colpito in una settimana.

In patria, il governo iraniano rinforza misure di controllo: secondo l’ong Hrana, sono almeno 206 le persone arrestate in diverse città per aver pubblicato online commenti sul conflitto con Israele. Proseguono i blackout di Internet e le detenzioni per “spionaggio” a favore di Tel Aviv, compresa quella di un cittadino europeo di cui non si conosce l’identità. Sul piano internazionale, molti Paesi preparano piani di emergenza per i propri connazionali e diplomatici: il Regno Unito ha disposto il ritiro temporaneo del personale dell’ambasciata a Teheran, mentre anche la Svizzera ha annunciato la chiusura provvisoria della propria rappresentanza diplomatica nella capitale iraniana.