Il conflitto in Ucraina è giunto al giorno 1.223 con un ulteriore rafforzamento delle posizioni russe nell’area nordorientale. Secondo il Wall Street Journal, le forze di Mosca hanno concentrato circa 50.000 soldati nei pressi di Sumy, a un rapporto di circa tre a uno rispetto alle truppe ucraine, posizionandosi a meno di 20 chilometri dalla città.
Dal fronte diplomatico, il Cremlino continua a auspicare un rapido accordo per il prossimo round di colloqui con Kiev. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha affermato che si «venga concordata a breve» una data per i negoziati, sottolineando però che «è impossibile spingere la Russia ai negoziati con Kiev con nuove sanzioni: più gravi saranno le misure, più seria sarà la risposta di Mosca».
Nella notte tra sabato e domenica la Russia ha poi lanciato un massiccio attacco aereo, impiegando 537 droni e missili diretti verso obiettivi ucraini. Nel frattempo, il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto di ritiro dal Trattato di Ottawa sulle mine antiuomo, convenzione che proibisce l’uso, lo stoccaggio, la produzione e il trasferimento di questi ordigni ed esige la distruzione degli arsenali esistenti.