I consiglieri comunali di opposizione Enrico Verini e Gianni Padovani hanno sollevato dubbi sullo stato di fatto dello “smart tunnel” dell’Aquila, infrastruttura il cui costo ha già superato gli 80 milioni di euro. “Nel 2023 il Comune dell’Aquila ci aveva detto che lo smart tunnel costato finora 80 milioni di euro era collaudato. Oggi ci dicono che è ancora da collaudare, quindi è ancora gestita dalla Gran Sasso Acque e non dal Comune, non ha un regolamento per l’utilizzo, non ha un responsabile a cui presentare una domanda e in centro la fibra non può essere messa perché gli operatori non possono appunto fare la domanda per utilizzare lo smart tunnel. Tutto questo all’Aquila Smart City…”, hanno dichiarato i due esponenti.
La risposta all’interrogazione, firmata dal direttore di dipartimento Roberto Evangelisti, è arrivata in sostituzione di un atto formale del sindaco. I consiglieri parlano di prassi “molto irrituale oltre che irrispettosa dei Consiglieri comunali” e di una replica che “si mena il can per l’aia, siamo oltre il limite del ridicolo”.
Due anni fa l’Amministrazione aveva invece garantito che le parti realizzate dello smart tunnel erano state collaudate, che era in corso l’acquisizione al patrimonio comunale e che era stato predisposto in bozza il “Regolamento di Gestione”. Oggi, spiegano i dirigenti, “non esiste un ‘Responsabile della Gestione’ perché l’opera non è stata completata né consegnata al Comune da GSA; non esiste quel ‘Regolamento di Gestione’ che si era detto, due anni fa, essere praticamente pronto. Ed infine la mela avvelenata: solo quando il tunnel sarà collaudato, cosa che evidentemente non è avvenuta neppure per le sezioni ormai completate da anni, potrà essere messo a disposizione degli operatori in fibra ottica per supportare i servizi della Smart City.”
Verini e Padovani definiscono la vicenda “comica se non fosse tragica” e denunciano uno “scaricabarile” tra Comune e Gran Sasso Acque. Evidenziano come il mancato utilizzo del tunnel blocchi lo sviluppo dei servizi smart, penalizzi la ricerca universitaria, i poli tecnologici e il terziario avanzato, e faccia perdere all’Aquila posizioni rispetto ad altre città come Teramo, che ha investito più efficacemente nella digitalizzazione.
Secondo i due consiglieri, attivare senza indugi l’infrastruttura rappresenta una “vera emergenza politica”. Lo smart tunnel, considerato “l’opera infrastrutturale più importante del post sisma”, è ritenuto indispensabile per garantire servizi avanzati, rivitalizzare il centro storico e realizzare gli stessi obiettivi di modernità e innovazione contenuti nei programmi dell’Amministrazione, finora rimasti “privi di gambe per carenza di volontà attuativa”.