L’Aquila conferisce il Cappello Alpino a 130 giovani soldati dell’Esercito

Dopo undici settimane di addestramento ad Aosta, i 130 allievi del corso Solarolo III hanno concluso il percorso formativo delle Truppe Alpine con la tappa finale in Abruzzo. Il programma – che doveva preparare i militari alle operazioni in ambiente montano – ha incluso marce d’alta quota, ascensioni con zaino in spalla, lezioni di sci, […]

Dopo undici settimane di addestramento ad Aosta, i 130 allievi del corso Solarolo III hanno concluso il percorso formativo delle Truppe Alpine con la tappa finale in Abruzzo. Il programma – che doveva preparare i militari alle operazioni in ambiente montano – ha incluso marce d’alta quota, ascensioni con zaino in spalla, lezioni di sci, alpinismo e combattimento in montagna.

In Abruzzo il gruppo ha affrontato l’ascesa al Gran Sasso (2.912 metri) e ha ripercorso i 21 km del cammino di San Gabriele, tradizionale marcia degli alpini abruzzesi prima della partenza per i fronti bellici. Tappa conclusiva è stata la visita a Fossa, paese ricostruito dalle penne nere dopo il terremoto del 2009.

I nuovi alpini sono arrivati da tutte le Regioni: il contingente più numeroso proviene dal Piemonte, seguito da Sicilia e Lombardia, mentre abruzzesi e veneti rappresentano una quota significativa; completano la pattuglia reclute di Campania, Puglia, Lazio, Friuli, Liguria, Marche, Emilia, Molise e Alto Adige.

Formazione, innovazione e valori sono i tre pilastri su cui si basa l’istruzione nelle Truppe Alpine. Molti giovani citano l’attrazione per la montagna, il prestigio dei reggimenti e l’impegno operativo come fattori decisivi. La brigata Taurinense è infatti in procinto di partire per il Libano con l’ONU; la Julia è inserita nella Forza di reazione rapida NATO; entrambe partecipano all’operazione Strade Sicure in Italia. A rafforzare l’appello verso le uniformi verdi interviene anche l’Associazione Nazionale Alpini, nota per il volontariato in Protezione Civile e le attività a sostegno delle comunità locali.

La cerimonia conclusiva ha visto inquadrati i 130 giovani di fronte ai “Veci” – i veterani alpini – che, al suono del tamburo, hanno posto sulla loro testa il cappello con la caratteristica penna nera, alla presenza di famigliari e amici. Per alcuni il passaggio di consegne è avvenuto in famiglia: “dal papà, già alpino anche lui”, secondo un’usanza consolidata.