L’Aquila assegna il Premio nazionale Donna 2025 a Lella Olfo, Barbara Cimmino, Virginia Saba e Michela Proietti

All’Aquila, Casale Signorini ha ospitato ieri sera l’edizione 2025 del Premio nazionale Donna, promosso dalla Onlus Antonio Padovani per valorizzare il percorso professionale e civile di donne che superano stereotipi e barriere di genere. L’iniziativa ha celebrato quattro protagoniste impegnate in diversi ambiti: Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario; Barbara Cimmino, vice presidente di […]

All’Aquila, Casale Signorini ha ospitato ieri sera l’edizione 2025 del Premio nazionale Donna, promosso dalla Onlus Antonio Padovani per valorizzare il percorso professionale e civile di donne che superano stereotipi e barriere di genere. L’iniziativa ha celebrato quattro protagoniste impegnate in diversi ambiti: Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario; Barbara Cimmino, vice presidente di Confindustria nazionale e Head of CSR & Innovation di Yamamay; Virginia Saba, direttrice di MontecitorioNews24; e Michela Proietti, giornalista del Corriere della Sera.

Nata con l’obiettivo di dare spazio anche alle voci di donne vittime di violenza e di chi lotta per i propri diritti, la manifestazione – già presentata in Senato – si è ritagliata un posto di rilievo nel panorama culturale nazionale. La serata, condotta e moderata dalla giornalista e scrittrice Monica Pelliccione, autrice del volume “Storie di donne” edito dalla Onlus Padovani, ha registrato la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, del mondo politico e associativo.

Tra i saluti istituzionali si sono susseguiti gli interventi del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, dell’assessore al Sociale del Comune dell’Aquila Manuela Tursini, e del consigliere dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo Stefano Dascoli. Erano inoltre presenti consiglieri comunali, presidenti di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno e dell’Ordine degli avvocati, rappresentanti della presidenza del Consiglio dei ministri, esponenti del mondo culturale e autorità civili e militari.

Giornalista e politica, Lella Golfo ha richiamato l’importanza della Legge 120 del 2011 sulle quote di genere nei consigli di amministrazione: “Volevamo davvero cambiare il mondo – ha detto – non posso non menzionare le tante conquiste del partito socialista in questo Paese e Antonio Padovani, Tonino, era uno di noi. Siamo all’Aquila, un luogo in cui Marisa Bellisario è stata profondamente amata. Nel 1989, in occasione del primo premio Marisa Bellisario, ho incontrato le lavoratrici dello stabilimento Italtel che mi parlavano di una donna che era loro amica, non l’amministratore delegato di un’importante azienda, era una di loro. Una donna che ha lasciato molto alla storia di questo Paese”.

Co-fondatrice di Yamamay nel 2001, Barbara Cimmino ha illustrato il ruolo delle pratiche ESG nella crescita del marchio: “Ci sono pochi di spazi veri di confronto come questo – ha sottolineato – parto dal tema del progresso, perché negli ultimi 30 anni non abbiamo visto sconvolgimenti così profondi come quello dell’ultimo anno, proprio per l’accelerazione dei cambiamenti. La sfida di questo momento è che il cambiamento avviene in movimento, un processo molto complesso per chi ambisce al miglioramento, a lasciare ai nostri figli un’eredità di valori destinata a durare nel tempo. Oggi ci sono ancora tantissime difficoltà nel migliorare la condizione lavorativa delle donne”.

Virginia Saba, direttrice di MontecitorioNews24 e docente di Bellezza Trascendentale presso l’Accademia Molly Bloom, ha ripercorso la propria esperienza tra pregiudizi e riscatto professionale: “Ero una professionista affermata nella mia terra – ha raccontato – poi, parlando di chi decide di migliorarsi, ho deciso di trasferirmi a Roma. Non conoscevo nessuno, ero in una grande città da sola. Per una serie di vicende finisco sui giornali perché inizio una storia con l’allora ministro Luigi Di Maio, finita da tempo. La mia persona sparisce, la professionista non esisteva più. Ero la fidanzata comprata per le europee. La fine della mia professione. Ho pagato tutto, non c’era più niente. Ho sempre continuato a lavorare, non mi sono mai fermata. Una delle ricette è stata: devo sempre saperne di più rispetto a qualsiasi persona mi trovo davanti. Ho studiato, di tutto, su qualsiasi argomento, per avere le carte in regola per poter dialogare con chiunque. E ora lavoro con i più importanti amministratori delegati italiani, dirigo una testata nata per dare voce alle aziende e raccontare alla politica cosa serve al nostro Paese”.

Michela Proietti ha focalizzato l’attenzione sulla figura della “milanese” nel suo libro bestseller: “La milanese è la donna che rappresenta tutte noi – ha osservato – donne emancipate, che fanno una fatica bestiale a conciliare la vita pubblica con quella privata, dobbiamo sempre dimostrare qualcosa in più. Ho raccontato questa donna in un libro diventato con grande sorpresa un bestseller, che a breve verrà tradotto anche in Giappone e diventerà una serie televisiva. Se c’è una cosa terribilmente nociva per le donne è scimmiottare gli uomini, una visione grottesca della donna in carriera superata. Non bisogna rinunciare alla famiglia, alla maternità alla vita. La nostra completezza è portare la nostra sensibilità in ogni cosa che facciamo”.

Nel ricordare il fondatore Antonio Padovani, il figlio Gianni ha dichiarato: “Parlo sempre di lui da figlio innamorato: l’impegno a sostegno delle donne è stato sempre una sua missione e non c’era modo migliore di ricordarlo”. Monica Pelliccione ha concluso sottolineando l’importanza dell’evento: “Quest’anno, in una ricorrenza così importante, abbiamo premiato donne che ce l’hanno fatta, esempi di ispirazione per il loro straordinario contributo e come promotrici di cambiamenti positivi. Nomi eccellenti che portiamo all’Aquila con un Premio tra i più prestigiosi e culturalmente rilevanti del panorama nazionale, fondato su principi etici e sociali declinati in ogni settore, per creare nuovi cambiamenti in ambito economico, sociale, professionali, per la cura e il rispetto delle donne”.