Un’analisi appena pubblicata dagli esperti dell’Imperial College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine indica che il cambiamento climatico ha triplicato i decessi legati alle ondate di calore nelle aree urbane europee nei giorni più recenti. Secondo lo studio, “i cambiamenti climatici causati dall’uomo hanno intensificato la recente ondata di calore europea e aumentato il numero di decessi”.
Su un totale stimato di 2.300 vittime legate alle alte temperature, circa 1.500, pari al 65%, sono attribuibili direttamente al riscaldamento globale: “circa 1.500 dei 2.300 decessi da calore stimati, cioè il 65%, sono il risultato del cambiamento climatico”. L’analisi dettaglia poi l’entità di questo impatto nelle principali metropoli: “responsabile di 317 decessi in eccesso stimati a Milano, 286 a Barcellona, 235 a Parigi, 171 a Londra, 164 a Roma, 108 a Madrid, 96 ad Atene, 47 a Budapest, 31 a Zagabria, 21 a Francoforte, 21 a Lisbona e 6 a Sassari”.
Gli studiosi sottolineano che il bilancio dei morti da calore causato dal cambiamento climatico supera quello di recenti catastrofi naturali in Europa, come le inondazioni di Valencia del 2024 (224 morti) e quelle del nord-ovest continentale nel 2021 (243 morti). La fascia d’età più colpita è quella degli over 65, che rappresenta l’88% delle vittime attribuibili al riscaldamento globale.
A poche ore dalla pubblicazione dello studio, Greenpeace ha commentato i risultati. “Per mettere fine a questa crisi – è l’opinione di Federico Spadini – i governi devono abbandonare l’utilizzo dei combustibili fossili e imboccare davvero la strada della transizione alle fonti rinnovabili, e le grandi aziende del settore fossile devono iniziare a pagare per i danni che stanno causando con le loro emissioni fuori controllo”.