Lanci di razzi dallo Yemen innalzano il livello di allerta a Tel Aviv e Gerusalemme

Il conflitto in Medioriente ha raggiunto il 643° giorno, segnato da nuovi raid israeliani sulla Striscia di Gaza che hanno causato almeno 24 vittime, tra cui donne e bambini. Contemporaneamente, sirene antiaeree sono risuonate a Tel Aviv e nell’area di Gerusalemme a seguito del lancio di missili provenienti dallo Yemen, un evento che non si […]

Il conflitto in Medioriente ha raggiunto il 643° giorno, segnato da nuovi raid israeliani sulla Striscia di Gaza che hanno causato almeno 24 vittime, tra cui donne e bambini. Contemporaneamente, sirene antiaeree sono risuonate a Tel Aviv e nell’area di Gerusalemme a seguito del lancio di missili provenienti dallo Yemen, un evento che non si verificava dalla conclusione della guerra dei 12 giorni.

Nell’ambito delle trattative in corso a Doha, in Qatar, Israele ha presentato ai mediatori una serie di mappe che illustrano un ritiro parziale delle truppe delle Forze di Difesa israeliane (IDF) previsto durante una tregua di 60 giorni. La proposta punta a stabilire un cessate il fuoco temporaneo in cambio di garanzie sul rilascio degli ostaggi.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso ottimismo riguardo agli esiti delle negoziazioni, parlando di “buone probabilità” di raggiungere sia il cessate il fuoco sia gli obiettivi prefissati a Gaza. Ha tuttavia specificato che Israele non firmerà alcun accordo “a ogni costo”. Riguardo alla restituzione degli ostaggi, Netanyahu ha dichiarato: “Stiamo parlando di un cessate il fuoco di 60 giorni, durante i quali metà degli ostaggi vivi e metà dei deceduti saranno restituiti a Israele dai mostri di Hamas”.

Anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha mostrato un cauto ottimismo dopo un incontro con Netanyahu alla Casa Bianca, definendo “buonissime possibilità” il raggiungimento di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza entro questa settimana o la prossima. Da parte sua, Hamas ha dichiarato di essere pronta a rilasciare dieci ostaggi israeliani in cambio della sospensione delle ostilità.