Trump alza i dazi sul Canada: le ragioni e gli scenari in vista dell’Ue

Donald Trump ha alzato ulteriormente il tono della sua disputa commerciale con il Canada, annunciando l’introduzione di dazi fino al 35% sulle merci importate da Ottawa. L’annuncio, diffuso tramite una lettera al primo ministro canadese Mark Carney e rilanciato sui social, segue una lunga escalation di minacce tariffarie e sospensioni di negoziati. L’amministrazione statunitense motiva […]

Donald Trump ha alzato ulteriormente il tono della sua disputa commerciale con il Canada, annunciando l’introduzione di dazi fino al 35% sulle merci importate da Ottawa. L’annuncio, diffuso tramite una lettera al primo ministro canadese Mark Carney e rilanciato sui social, segue una lunga escalation di minacce tariffarie e sospensioni di negoziati.

L’amministrazione statunitense motiva la decisione con più fattori: la reazione di Ottawa alla tassazione delle big tech americane, il presunto coinvolgimento del Canada nel traffico di fentanyl, l’aumento dei flussi migratori verso gli Stati Uniti e l’enorme deficit commerciale, soprattutto legato all’acquisto di petrolio canadese. Gli Stati Uniti ritengono di dover “farla pagare a chi ci ha spillato soldi e protezione per anni”, in linea con la retorica secondo cui Paesi come il Canada e la “vecchia e molliccia” Europa avrebbero tratto vantaggi eccessivi dal supporto americano.

La vicenda dei dazi si è sviluppata in tre tappe principali:
• 4 marzo 2025: imposta del 25% su tutte le importazioni dal Canada (10% per prodotti energetici) e dello stesso livello su acciaio e alluminio, in base alle sezioni 232 e 301 del Trade Expansion Act.
• 2 aprile 2025: proclamazione del cosiddetto “Liberation Day” e sospensione temporanea delle tariffe per favorire un accordo commerciale entro il 21 luglio, secondo la tattica definita dallo stesso Trump come “puntare forte e poi accordarsi”.
• 1° agosto 2025: reintroduzione automatica di un dazio maggiorato al 35%, salvo intesa precedente.

Gran parte dei beni canadesi potrebbe però restare soggetta a esenzioni in base alle regole dell’accordo Usa-Messico-Canada (Usmca), che prevedono tariffe agevolate per prodotti a contenuto nordamericano. Restano esclusi da ogni vantaggio soprattutto acciaio e alluminio, ora tassati al 50%, e alcune categorie di veicoli, mentre petrolio, fertilizzanti ed energia conservano aliquote ridotte.

Nei giorni scorsi i colloqui tra Washington e Ottawa si sono intensificati, ma il governo canadese ha posto come condizione l’eliminazione di tutte le tariffe entro il 21 luglio, senza compromessi. L’amministrazione statunitense ha finora respinto questa richiesta.

Contemporaneamente, l’Unione Europea si prepara a subire un trattamento analogo, con tariffe previste tra il 10% e il 20% sui prodotti europei, calibrate caso per caso in base alle garanzie fornite dai governi nazionali.