A Cali, nel dipartimento Valle del Cauca, è stato arrestato Federico Starnone, 46 anni, considerato un latitante di primo piano della ’ndrangheta originario di Platì. L’uomo è stato individuato e catturato in un appartamento residenziale di lusso grazie a un’operazione congiunta tra la Direzione di Intelligence della polizia nazionale colombiana, le forze speciali locali e la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Fondamentale è stato l’impiego di droni, che hanno consentito di seguirne i numerosi spostamenti nei giorni precedenti.
Starnone era destinatario di un mandato di cattura emesso a giugno 2025 nell’ambito di un’indagine sul traffico internazionale di stupefacenti, coordinata dal procuratore Giuseppe Borrelli. Secondo l’accusa, l’indagato gestiva da una base sudamericana i rapporti tra il clan calabrese di Platì e i cartelli di narcotrafficanti colombiani ed ecuadoriani, agevolando l’arrivo di ingenti partite di cocaina sulle coste italiane. Gli inquirenti gli attribuiscono il ruolo di intermediario in almeno due tentativi di importazione di carichi di sostanze stupefacenti. In precedenza, Starnone aveva già scontato una pena di 5 anni e 6 mesi per reati legati agli stupefacenti.
L’arresto si inserisce in una maxioperazione coordinata dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato. L’intervento, condotto in collaborazione con le autorità colombiane, ha portato all’esecuzione di oltre 20 misure cautelari nei confronti di presunti membri della rete criminale, accusati a vario titolo di traffico internazionale di droga.
L’inchiesta ha permesso di disarticolare due organizzazioni con estensioni transnazionali, documentando il collegamento diretto tra i clan calabresi e i cartelli sudamericani, capaci di organizzare spedizioni di stupefacenti per diverse centinaia di chilogrammi. Il procuratore Borrelli ha definito l’arresto di Starnone «un risultato significativo nella lotta contro le reti criminali internazionali».