Gli Usa definiscono piani postbellici per l’Ucraina tra intelligence e sostegno aereo

Gli Stati Uniti confermano il proprio sostegno a lungo termine all’Ucraina e all’Europa, anche mentre proseguono i colloqui con Mosca e Kiev sulle future garanzie di sicurezza. Washington è pronta a mettere a disposizione risorse di intelligence e a garantire “supervisione sul campo”, indipendentemente dal modello di difesa collettiva che sarà definito dopo la fine […]

Gli Stati Uniti confermano il proprio sostegno a lungo termine all’Ucraina e all’Europa, anche mentre proseguono i colloqui con Mosca e Kiev sulle future garanzie di sicurezza. Washington è pronta a mettere a disposizione risorse di intelligence e a garantire “supervisione sul campo”, indipendentemente dal modello di difesa collettiva che sarà definito dopo la fine delle ostilità.

Fra le proposte in discussione figura uno scudo di difesa aerea gestito dai Paesi europei, con l’obiettivo di scoraggiare ogni tentativo di aggressione russa in un’eventuale fase post-accordo di pace. Tuttavia, l’adesione a questo sistema è vincolata all’impegno degli Stati membri dell’Unione europea a contribuire attivamente alla sicurezza di Kiev sul terreno, anche con forze armate. La cosiddetta “coalizione dei volenterosi”, guidata da Regno Unito e Francia, ha più volte assicurato la protezione dell’Ucraina nel dopoguerra, ma fonti comunitarie riconoscono che ogni dispiegamento dipenderà dal supporto logistico e di sorveglianza fornito dagli Stati Uniti.

Finora Washington ha fornito all’Ucraina i sistemi di difesa aerea Patriot; il pacchetto futuro potrebbe includere aerei statunitensi, mezzi logistici, radar e la capacità di istituire una no-fly zone a protezione dello scudo europeo. In uno scenario di tregua duratura, la superiorità Usa in materia di intelligence, sorveglianza satellitare e comando operativo permetterebbe di monitorare il cessate il fuoco e coordinare efficacemente le forze occidentali sul territorio ucraino.

Nonostante il fermo rifiuto di schierare truppe di terra in Ucraina, nella stessa amministrazione americana si registrano voci scettiche. Alcuni esponenti, tra cui l’ex segretario alla Difesa Pete Hegseth, temono che un impegno diretto nelle garanzie postbelliche possa trascinare gli Stati Uniti in un nuovo conflitto.

Andrij Yermak, capo dello staff presidenziale ucraino, ha ricordato come “ogni Paese ‘volenteroso’ contribuirà in modo diverso, e alla fine il quadro sarà un mix di sostegno militare, politico ed economico”. Ha inoltre precisato che i piani attuali prevedono “quattro o cinque brigate europee sul terreno, fornite dalla coalizione dei volenterosi, più abilitatori strategici dagli Usa”, un assetto che segna “un grande cambiamento rispetto alla primavera”.

L’attenzione alle garanzie per Kiev ha rilanciato il dibattito sulla difesa europea e sul ruolo storico degli Stati Uniti in Europa. Dopo la Guerra Fredda, Washington ha mantenuto una presenza militare permanente nel Vecchio Continente, con circa 100.000 soldati dispiegati soprattutto in Germania, Italia e Regno Unito, e un crescente numero di unità a rotazione nell’Europa orientale. Molti analisti prevedono tuttavia che, nel lungo periodo, gli Usa cercheranno di razionalizzare questa presenza, lasciando agli alleati europei maggiori responsabilità in chiave tecnologica e logistica.

L’esperienza libica del 2011 è spesso citata come esempio della dipendenza europea dalla capacità americana di ricognizione, trasporto aereo e rifornimento. Anche nel caso ucraino, il contributo decisivo degli Stati Uniti sembrerebbe destinato a tradursi più in forniture di armi e servizi di supporto che in impiego diretto di truppe.

Le trattative per un cessate il fuoco rimangono nelle mani di Washington e Mosca. Gli Stati Uniti puntano a un congelamento del conflitto per concentrare risorse sulla competizione con la Cina, mentre la Russia intende sfruttare eventuali aperture negoziali per ottenere concessioni territoriali e commerciali. Sul tavolo restano inconciliabili le condizioni di Mosca — neutralità ucraina, nessuna forza straniera sul territorio e una narrativa vittoriosa da presentare all’opinione pubblica russa — e le richieste di Kiev, che includono il rispetto dell’integrità territoriale, un legame più stretto con l’Ue e robuste garanzie di sicurezza per il dopoguerra.