Il conflitto in Ucraina è giunto al giorno 1.283, mentre si intensificano le manovre diplomatiche per un possibile vertice tra Mosca e Kiev. Quattro fonti riprese dal Financial Times, anticipate mesi fa da Tgcom24, confermano che l’amministrazione Trump prosegue nel suo sforzo di organizzare un faccia a faccia tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, sostenendo l’ipotesi di un dispiegamento di peacekeeper cinesi nella fase postbellica. Sulla vicenda la Casa Bianca ha però fatto sapere di non riconoscere tali indiscrezioni, preferendo non rilasciare commenti ufficiali.
Sul fronte europeo, l’alto rappresentante Ue Kaja Kallas ha definito i raid russi su Kiev e altre città ucraine “una deliberata escalation e minano gli sforzi verso la pace”. La sua nota, sostenuta da 26 Stati membri dopo il veto di Budapest a un documento congiunto, prosegue: “La Russia deve porre fine alle uccisioni e dimostrare una sincera volontà di pace: gli attacchi intenzionali contro civili e obiettivi non militari sono crimini di guerra”.
Nello stesso contesto, Kiev e i Paesi alleati hanno stabilito di attendere fino al 1° settembre affinché Mosca dimostri “una reale volontà e prontezza a partecipare a un incontro bilaterale per porre fine all’invasione dell’Ucraina”.