Entro il 30 giugno 2026 scadranno i contratti di 12.000 lavoratori precari del sistema giudiziario italiano, di cui 291 nella regione Abruzzo e oltre la metà in provincia de L’Aquila. Secondo il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, la copertura finanziaria stanziata dal governo Meloni-Nordio permetterà di stabilizzare soltanto un quarto di questi dipendenti, con ripercussioni negative sui tempi di definizione dei processi e sull’operatività degli uffici giudiziari sia penali sia civili.
Per sollecitare un intervento a livello regionale, ieri si è svolta in Consiglio regionale una riunione dei capigruppo promossa da Pietrucci. All’incontro hanno preso parte i rappresentanti dei precari della giustizia e il sindacalista della Cgil funzione pubblica regionale, Luca Fusari. Nonostante l’attenzione «ai massimi livelli istituzionali regionali», sottolinea Pietrucci, «non basta a mio avviso».
L’esponente dem ha invitato anche l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e le quattro province abruzzesi a coordinare un’azione comune da presentare al Ministero della Giustizia. Nel frattempo, il Consiglio comunale de L’Aquila affronterà la questione nei prossimi giorni grazie a un ordine del giorno presentato dal consigliere Paolo Romano.
«Il buon funzionamento del sistema Giustizia va oltre ogni schieramento», conclude la nota di Pietrucci, «poiché riguarda tutti, in primis i lavoratori precari che fino a ora hanno assolto a un lavoro gravoso con grande professionalità e dedizione».