Domenica 28 dicembre, nella residenza di Mar-a-Lago in Florida, si terrà un incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il suo omologo statunitense Donald Trump. All’ordine del giorno figurano “garanzie di sicurezza, il Donbass, la centrale nucleare di Zaporizhzhia e altre questioni”, ha spiegato Zelensky, che intende presentare un nuovo piano di pace articolato in 20 punti. Il presidente ucraino ha aggiunto di essere pronto a sottoporre tale piano a referendum qualora la Russia accettasse un cessate il fuoco di almeno 60 giorni.
Trump, in un’intervista a Politico, ha dichiarato: “Non ha nulla finché non la approvo. Quindi vedremo cosa ha da proporre”, pur manifestando ottimismo nei confronti dell’incontro: “Penso che con lui andrà tutto bene”. Il tycoon ha inoltre espresso la convinzione che “andrà bene con Putin” e di volere un colloquio con il leader russo “presto, quanto voglio”.
In parallelo alla riunione in Florida, gli alleati europei parteciperanno da remoto. Oggi è in programma una videochiamata che vedrà coinvolti Zelensky, Trump, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e altri leader dell’Ue, ha riferito una portavoce dell’esecutivo comunitario.
Sul fronte negoziale russo, il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov ha affermato che una soluzione al conflitto “è vicina, occorre l’ultimo sforzo” e ha definito il 25 dicembre 2025 “una pietra miliare, il giorno in cui ci siamo avvicinati molto a una soluzione”. Secondo Ryabkov, tuttavia, Kiev e l’Europa starebbero “rafforzando gli sforzi per affossare l’accordo”.
Zelensky ha ribadito su X che “l’Ucraina non è mai stata e non sarà mai un ostacolo alla pace” e ha sottolineato di voler lavorare “in modo efficiente per garantire che tutti i documenti necessari siano preparati il più rapidamente possibile”. Il presidente ucraino ha inoltre insistito sull’importanza di un formato negoziale che includa non solo Ucraina e Stati Uniti, ma anche l’Europa, e ha confermato di restare “in contatto costante” con i partner europei, auspicando la loro partecipazione anche via web. Nei giorni scorsi, Zelensky ha avuto “una conversazione molto concreta e positiva” con il segretario generale della Nato Mark Rutte, durante la quale hanno “coordinato le nostre posizioni in vista degli incontri in Florida”.
Mentre prosegue il dialogo diplomatico, sul terreno le forze di difesa aerea ucraine hanno reso noto di aver abbattuto o neutralizzato 73 droni – in gran parte del tipo Shahed – su almeno 99 lanciati nella notte dai russi, oltre a un missile balistico Iskander-M. Ventisei di questi droni hanno colpito 16 località, inclusa un’“infrastruttura” a Odessa, dove un incendio è stato provocato dal raid. “Il nemico ha nuovamente attaccato la nostra città. Si registra un raid su una infrastruttura”, ha scritto sui social Serhii Lysak, capo dell’amministrazione militare della città sul Mar Nero. Oltre alle operazioni di spegnimento, si lavora al ripristino dell’elettricità e si indaga su possibili danni alle fognature.
Dalla parte russa, il ministero della Difesa ha comunicato di aver intercettato e distrutto 77 droni ucraini durante la scorsa notte, in vari settori del Paese: 34 nella regione di Volgograd, 23 in quella di Rostov, 5 nella regione di Kaluga, 5 nella Repubblica di Crimea, 3 nella regione di Mosca (di cui uno diretto verso la capitale), 3 sul Mar Nero, 2 nella regione di Belgorod, 1 nella regione di Voronezh e 1 sul Mar d’Azov.