Alla ricerca di Babbo Natale

Esiste veramente Babbo Natale? Quanti anni ha? Perché le sue vesti sono rosse e la barba così candida? Come fa a distribuire i doni a centinaia di milioni di bambini di tutto il mondo nella stessa magica notte della Vigilia di Natale? Il cinema ha visto giusto? Non è uno scherzo, ma sono domande talmente […]

santaEsiste veramente Babbo Natale? Quanti anni ha? Perché le sue vesti sono rosse e la barba così candida? Come fa a distribuire i doni a centinaia di milioni di bambini di tutto il mondo nella stessa magica notte della Vigilia di Natale? Il cinema ha visto giusto? Non è uno scherzo, ma sono domande talmente serie da mobilitare ogni anno persino risorse e forze spaziali (satelliti spia compresi) del Comando Strategico statunitense, il Norad, reso celebre dalla pellicola War Games (www.noradsanta.org/it/index.html). Un esperimento internazionale assolutamente da seguire. Prendiamo spunto dalla suggestiva iniziativa americana, per proporre ai nostri Lettori, in attesa della Strenna di Natale, un esperimento mentale galileiano atto a dimostrare come miti e leggende, metropolitane e non, insomma quelle elaborate nel corso dei secoli dal tessuto sociale e culturale di un popolo, a 400 anni dalla scoperta del metodo scientifico ad opera di Galileo Galilei, siano ancora lunghi dall’essere bene compresi. Non per la loro complessità, bensì per la loro semplicità estrema. Miti e leggende su Babbo Natale, ma anche su Ufo, su Oroscopi e sulla la Befana hanno molto in comune tra loro e continuano ad essere elaborati, modificati ed trasmessi ovunque sulla Terra, con ogni mezzo possibile e immaginabile.
Vi siete mai chiesti perché vanno per la maggiore sui principali network televisivi? Perché non si esce di casa, la mattina, per andare al lavoro, senza dare un’occhiata alle “stelle” di sedicenti astrologi? Salvo poi capire che di bufale si tratta. Ma è stato provato scientificamente che semplicemente non esistono? Già, non esistono! Ma che significa “non esistono” nella nostra realtà? Qual è la realtà, altrimenti, dove esistono? Supponiamo che uno studioso di fenomeni strani (se fossero veri violerebbero le leggi oggi conosciute della Natura del nostro Universo), invece di dedicarsi allo studio dello spiritismo o del paranormale, decida di dimostrare scientificamente la reale esistenza di Babbo Natale. Come potrebbe fare? Egli citerebbe il fatto che milioni di persone (di solito molto giovani) credono nella sua esistenza e che la notte tra il 24 e il 25 dicembre di ogni anno, in milioni di case chiuse a chiave compaiono effettivamente dal nulla doni e regali. Ovviamente presenterebbe foto e prove materiali dell’evento, sostenendo che talvolta Babbo Natale è stato visto e fotografato.
Famoso è il caso dell’incidente di Roswell (Nuovo Messico, USA) del 1947 quando il fenomeno UFO, nato in Italia negli Anni Trenta, balzò all’onore delle cronache di tutto il mondo, grazie all’interpretazione giornalistica in inglese dei Piatti Volanti! Ma non è il solo. Accadde anche a Colle Val d’Elsa e Giulianova (Te) nel 1958, con ben altre fortune. Infine il nostro esperto sfiderebbe gli scienziati scettici a dimostrare che lui si sbaglia e che queste testimonianze non sono valide. Se non si può provare che egli ha torto, direbbe, ciò significa automaticamente che ha ragione. Davvero? Come si potrebbe rispondere a questa sfida? Intanto si potrebbero usare come cavie degli animali. santa_claus_thinking
Poiché Babbo Natale, si afferma, viaggia nel cielo su una slitta trainata da renne volanti, si potrebbe verificare se esistono renne che volano. Fino ad ora si pensa che tali animali non esistano, ma uno scienziato pignolo potrebbe prendere diecimila renne e provare a spingerle, una ad una, giù da un precipizio per vedere se effettivamente volano. Estrema ratio. Naturalmente, le associazioni animaliste interverrebbero subito ma se anche non lo facessero, lo scienziato, in via di verifiche, si troverebbe con tutti gli animali molto malconci, per non parlare della sua reputazione. Bene, avrebbe provato qualcosa? Potrebbe egli sostenere in modo inconfutabile che nessuna renna vola solo perché le sue non hanno volato? I “sostenitori” di Babbo Natale direbbero che forse esistono “altre” renne che invece sanno volare oppure che quelle esaminate non potevano farlo in quel momento, oppure non volevano! Le persone che vogliono verificare l’affermazione che “Babbo Natale esiste veramente”, potrebbero mettere due milioni di osservatori neutrali in due milioni di case, scelte in base a rigorosi criteri statistici, e aspettare la notte tra il 24 e il 25 dicembre. In tutti i due milioni di casi si troverebbe che il fenomeno Babbo Natale (detto ormai “Entità B.N.”, per non parlare sempre di Ufo) non si è mostrato, o che, se sono apparsi dei doni, sono da attribuire ad altre cause naturali. Questo varrebbe come prova della non-esistenza dell’Entità Babbo Natale? Certo che no.
Ed allora nella duemilionesima e una casa non sorvegliata, l’Entità B.N. potrebbe manifestarsi davvero e con testimonianze firmate da persone insospettabili, anche se molto giovani, la prova spunterebbe fuori magari immortalata da un telefonino. E allora come si risolve il problema? Il fatto è che è molto difficile dimostrare la non-esistenza di un fenomeno che per definizione è “eccezionale”. E invece spetta a chi ne sostiene l’esistenza fornirne delle prove convincenti. Insomma bisogna che ci si porti un signore vestito di rosso, con la barba bianca, capace di volare su una slitta trainata da renne fatate e di introdursi in una sola notte in decine di milioni di case, e che ce lo provi. E affermazioni straordinarie richiedono prove altrettanto straordinarie. Una tipica prova convincente sarebbe che chiunque, anche scettico, potesse verificare e riprodurre il fenomeno.
Se ci si dice che le mele e altri oggetti, sulla Terra, cadono sempre verso il basso, chiunque lo può verificare ogni volta che vuole, e la fisica è autorizzata a considerare questo fenomeno come conseguenza di una legge fondamentale della Natura, almeno nel nostro Universo. Ma se ci si dice che un famoso medium, in una notte senza luna del 1868, volò nell’aria per un metro fuori dalla finestra di un secondo piano e poi rientrò, ci aspettiamo come prova qualcosa di più del diario dei suoi amici buontemponi. La fantasia, tuttavia, va stimolata fin da piccoli per produrre da grandi strenne altrettanto interessanti. Ne era ben cosciente il professor J.R.R. Tolkien di cui presentiamo “Le lettere di Babbo Natale” (Edit. Bompiani), a cura della Società Tolkienana Italiana. Non dovrebbero mancare nelle nostre biblioteche domestiche. La pia leggenda narra che attorno all’Anno del Signore 280 a Patara, nei pressi di Myra, nell’attuale Turchia, nacque un bimbo a cui fu messo nome Nicola (www.santiebeati.it/dettaglio/30300). Divenuto uomo pietoso e gentile di animo, si dice abbia un dì distribuito ai poveri e agli indigenti tutte le abbondanti ricchezze del patrimonio di famiglia, per poi errare nelle campagne ad assistere bisognosi e ammalati. Nicola consacrò la propria esistenza al servizio di Dio e, giovanissimo, divenne vescovo di Myra.
Durante le persecuzioni scatenate dall’imperatore Diocleziano, fu esiliato e conobbe persino il carcere, ma nel 325 non mancò all’importantissimo Concilio di Nicea. Quando Nicola morì, nel 343, si diffuse immediatamente un culto popolare che lo voleva patrono dei bambini “immagine” di Dio sulla Terra. La sua storia s’intreccia con quella dei cavalieri Templari, delle città di Bari e L’Aquila. Sulla figura di questo uomo del Natale si concentra anche una lunga serie di simbologie precristiane. Il 25 dicembre come nascita di Gesù Cristo è una convenzione che la Chiesa cattolica ha scelto appositamente per inserirsi in un tempo forte già presente nel calendario di numerosi popoli sia mediterranei sia nordeuropei.
Nell’emisfero nord della Terra, nei giorni che vanno dal 22 al 24 dicembre, il sole sembra fermarsi in cielo, fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore. In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno. Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna pian piano ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il giorno del solstizio cade generalmente il 21, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo. Il sole nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo Natale.

santa-clausMa questa interpretazione astronomica da sola non può spiegare perché il 25 dicembre sia una data celebrativa presente in culture e paesi così distanti tra loro e per così lungo tempo. La festa del “Dies Natalis Solis Invicti” (giorno della nascita del Sole invincibile), è stata resa immortale dal Cristianesimo. In Tolkien, poi, l’intersezione fra la rinascita precristiana del sole e l’avvento cristiano del Figlio di Dio, è ripresa nella parentela fra Babbo Natale (il figlio) e Nonno Yule (il padre), il secondo che origina il primo e il primo che dà senso pieno al secondo. E il Babbo Natale del prof.
Tolkien testimonia nel proprio nome scritto per intero, come “Santa Claus” possa sussistere soltanto alla luce del Natale cristiano, giacché Nicola fu santo di Colui (Gesù di Nazareth) che si festeggia la notte di quel Natale che in inglese, del tutto esplicitamente, si chiama Christmas. Buon Natale !

Nicola Facciolini

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