Ma…ci fanno o ci sono?

  (Davvero pensano che senza i talk-show saremmo dei disinformati?)  A spasso con il figlio tredicenne, scorto in fondo alla strada un gran parapiglia condito con un altrettanto gran vociare, la madre: cambiamo strada, qui ci scappa il coltello.  -Ma mamma, scherzi? E’ uno dei talk-show itineranti su strada a protesta della censura televisiva prima […]

 

(Davvero pensano che senza i talk-show saremmo dei disinformati?)

 A spasso con il figlio tredicenne, scorto in fondo alla strada un gran parapiglia condito con un altrettanto gran vociare, la madre: cambiamo strada, qui ci scappa il coltello.

 -Ma mamma, scherzi? E’ uno dei talk-show itineranti su strada a protesta della censura televisiva prima delle elezioni.

 -Non ci posso credere! Vuoi dire quelli che ha ragione chi grida di più e chi è della stessa nidiata del conduttore?

 -Certo, il pluralismo no?

-Il pluralismo delle corde vocali vuoi dire.

-Chiamalo come ti pare.

 Un intervistatore: signora che cosa ne pensa del grave attacco alla libertà dell’Informazione attuato dalla RAI?

-Che sarebbe condannabile se i talk-show servissero veramente per informare.

-Sicché per lei non informano?

-Direi proprio di no, non fanno che esasperare la tifoseria politica di basso profilo, dove di politica ce n’è poco o punta, mentre di malanimo ce n’è veramente troppo. Però devo dire che sono in buona parte innocui perché quel parlarsi l’uno sull’altro ne fa uno mezzo spesso quasi incomprensibile. Ritengo più antidemocratici gli insistiti primi piani delle abituali stars carismatiche del giornalismo. Quelli che orientano con autorevolezza la gente più indifesa, guarda caso proprio in prossimità delle elezioni.

 L’intervistatore al figlio: e tu che ne pensi?

– Io navigo.

-Ma non sai che le stars del giornalismo -come dice tua madre- si sono trasferite in massa on line?

-Lo so, ma non ci sono solo loro.

 Gloria Capuano

05/03/2010

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