Prolungamento antieuropeo della caccia

Con il voto favorevole di larga parte del Pdl e tutto il Pd la Camera ha approvato un emendamento della Commissione al disegno di legge Comunitaria 2009 che consente un allungamento massimo di 10 giorni per la stagione venatoria, “non oltre la prima decade di febbraio”,  alle regioni che ne facciano richiesta, previo un parere […]

Con il voto favorevole di larga parte del Pdl e tutto il Pd la Camera ha approvato un emendamento della Commissione al disegno di legge Comunitaria 2009 che consente un allungamento massimo di 10 giorni per la stagione venatoria, “non oltre la prima decade di febbraio”,  alle regioni che ne facciano richiesta, previo un parere preventivo e vincolante dell’Ispra a cui le stesse regioni dovranno attenersi. Il testo ha rappresentato una mediazione tra maggioranza e opposizione, raggiunta con il relatore della commissione Agricoltura Isidoro Gottardo. Proprio l’intesa ha spinto il Pd ad annunciare l’astensione sull’articolo 43 del ddl, quello relativo alla caccia, e rinunciare al voto contrario. Il governo si è rimesso all’aula, senza dare dunque indicazione di voto alla maggioranza viste le posizioni divergenti sulla mediazione. E non a caso, tra le file del centrodestra vi sono stati molti deputati che si sono espressi contro alla limitazione della deroga. Ha votato no il gruppo della Lega. E contro si sono pronunciati moltissimi deputati del Pdl, tra cui Viviana Beccalossi, capogruppo in commissione Agricoltura. Dal vicecapogruppo Simone Baldelli è invece arrivata indicazione di voto positivo. Il dibattito è stato molto vivace, con punte di lirismo nell’intervento di Renato Farina che, presentato da Alessandra Mussolini come su un palcoscenico, ha letto un drammatico brano dello scritto russo Anton Cechov contro la caccia, ma che, come sui vede, non ha prodotto l’effetto desiderato. Su Repubblica Antonio Fanciullo scrive che è La Lega a tirare la volata antieuropea sulla caccia, poiché sarebbe stato proprio pressing del partito di Bossi ad irrigidire il centrodestra ignorando, il dissenso crescente all’interno della maggioranza sull’estremismo venatorio. Intanto da Bruxelles Joe Hennon, portavoce del commissario europeo all’ambiente Janez Potocnik, fa sapere che la Commissione europea “non esiterà” ad aprire nuove procedure d’infrazione contro l’Italia se la nuova legge sulla caccia dovesse contenere altre violazioni al diritto comunitario, oltre a quelle già presenti nel quadro attuale, che saranno presto oggetto di sentenza da parte della Corte europea di giustizia. In particolare, ha sottolineato Hennon, “si attende a breve una sentenza della Corte europea di giustizia che riguarda, fra l’altro, sia la legislazione nazionale che quella regionale sulla caccia agli uccelli protetti proprio dalla direttiva 2009/147″. Intanto minimizza o cerca dfi farlo la ministro Prestigiacomo, che dice che: “posticipare i termini attuali della stagione venatoria non significa allungarla. Per ciascuna specie il numero di giornate di caccia resta invariato”. “Sarà possibile – ha aggiunto – un posticipo di dieci giorni per singole specie e per singoli territori a condizione che l’Ispra lo autorizzi sulla base delle esigenze di tutela dell’ambiente e del patrimonio faunistico”. Due giorni fa, erano scesi in piazza gli ambientalisti delle associazioni Altura, Amici della terra, Animalisti Italiani, Associazione Vittime della Caccia, CTS, ENPA, Fare Verde, Greenpeace Italia, LAC, LAV, Legambiente, LIDA, LIPU – BirdLife Italia, Memento Naturae, Mountain Wilderness Italia, No alla Caccia, OIPA, VAS, WWF – Italia, che avevano voluto manifestare il loro n o al prolungamento, definito “un fatto inaccettabile, tanto più nell’Anno Internazionale della Biodiversita”. Una lobby potente quella dei cacciatori che anche se davvero poco numerosi riescono in tutto e forse riusciranno a breve a farsi depenalizzare praticamente tutti i reati, come la caccia di frodo in aree protette, il bracconaggio nei parchi, l’uccellagione e la cattura di uccelli con trappole a catapulta, sparare da automobili/navi/aerei, l’impiego di richiami vivi, l’abbattimento di animali appartenenti a specie protette, la loro detenzione, il commercio di animali protetti, la caccia nei giorni di silenzio venatorio. Reati che diverrebbero violazioni amministrative. Cioè, un bracconiere che va a caccia di orsi bruni nel Parco d’Abruzzo si troverà a rischiare la stessa sanzione di chi parcheggia in sosta vietata. Alla Lega (e a molti altri) questa, evidentemente, va bene.

Carlo Di Stanislao

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