Buffon a testa alta

L’umiltà è l’ingrediente numero uno di una ricetta vincente. E numero uno lo è anche lui, Gianluigi Buffon, il portierone che a 20 anni è diventato titolare di una maglia in Nazionale e adesso si prepara a vivere il suo quarto Campionato del Mondo. Nonostante siano trascorsi parecchi anni e tanti successi dal giorno dell’esordio […]

Foto: Manuel Romano

L’umiltà è l’ingrediente numero uno di una ricetta vincente. E numero uno lo è anche lui, Gianluigi Buffon, il portierone che a 20 anni è diventato titolare di una maglia in Nazionale e adesso si prepara a vivere il suo quarto Campionato del Mondo. Nonostante siano trascorsi parecchi anni e tanti successi dal giorno dell’esordio in serie A e in azzurro, il portiere della Juve mette ancora la parola umiltà al centro dei suoi discorsi, delle ambizioni, dei progetti. “Le premesse – sottolinea Buffon – per disputare un mondiale di livello ci sono. C’è l’umiltà, c’è la voglia di farsi apprezzare senza essere boriosi. Certo, per vincere di nuovo la Coppa devono accadere un sacco di situazioni anche fortunate, che non sempre si possono ripetere. Se si dovesse uscire, l’importante è farlo a testa alta dando una bella immagine del calcio italiano”.
Percentuali non ne fa, però mette sul tavolo la sua fiducia: “Le chance di vincere sono meno rispetto a quelle che avevamo in Germania. Sono meno perché, dopo aver vinto nel 2006, diventa ancora più complicato ripetersi. Però ho tanta fiducia perchè c’è, soprattutto da parte dei nuovi, tanta disponibilità come piace al gruppo storico e al mister. L’allenatore ha le idee molto chiare e questo è già un ottimo punto di partenza”.
E che Mondiale si immagina Buffon per se stesso? “Ho molta fiducia – replica il portiere – nelle mie qualità. Se non dicessi così, sarei falso. Io ci credo, ma non ci sono solo io. Maradona il primo anno a Napoli arrivò tredicesimo rischiando la retrocessione, nessuno può far vincere da solo una squadra. Se c’è un gruppo unito, credo che ognuno di noi potrà emergere mettendo a disposizione le proprie qualità. Sono convinto che riusciremo a fare qualcosa di buono”.
Secondo Buffon il torneo sudafricano segnerà la fine di un ciclo: “Farà da spartiacque tra passato e futuro: per molti di noi c’è la voglia di abdicare nel migliore dei modi, con dignità, sapendo di aver dato tutto e di aver fatto il massimo. Se ci aspettiamo di vincere ogni competizione e poi si trova il capro espiatorio in quelli che sono più vecchi, diventa difficile fare valutazioni. Ci sono state annate con ragazzi molto giovani che sono tornati a casa senza niente in mano. Penso che questo sia un ottimo gruppo e che possa vincere”.
Fin dalla prima partita: “Quella con il Paraguay sarà la più difficile, è una squadra scorbutica che ci farà sudare le proverbiali sette camice e poi sarà difficile perché è l’esordio. Iniziare con una vittoria sarebbe importante”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *