Di Caprio in viaggio con il WWF per salvare le tigri

L’attore Leonardo Di Caprio si è unito al WWF US per la nuova campanga “Save Tigers Now” (Salva le tigri adesso) e sta partendo per l’Asia con gli esperti dell’Associazione ambientalista per esplorare i più remoti habitat di questo maestoso animale. L’obiettivo è individuare le strategie più efficaci per salvare la specie che, con appena […]

L’attore Leonardo Di Caprio si è unito al WWF US per la nuova campanga “Save Tigers Now” (Salva le tigri adesso) e sta partendo per l’Asia con gli esperti dell’Associazione ambientalista per esplorare i più remoti habitat di questo maestoso animale. L’obiettivo è individuare le strategie più efficaci per salvare la specie che, con appena 3200 esemplari in natura, è ormai sull’orlo dell’estinzione.Le popolazioni di tigre stanno diminuendo velocemente, minacciate dalla perdita di habitat e dal bracconaggio. Le pelli, le ossa e altre parti del loro corpo in molte culture sono utilizzate come medicine, talismani e vestiti. In più del 90% degli habitat storici non si trovano più tigri. Tre sottospecie si sono estinte fin dal 1940 e una quarta, la tigre della Cina meridionale, non viene avvistata in natura da almeno 25 anni. Ma con una protezione forte dal bracconaggio e dalla perdita di habitat e un numero sufficiente di prede le tigri possono ancora farcela.
Le tigri sono al centro degli equilibri di alcuni degli ecosistemi più importanti del mondo, ma oggi sono in grave pericolo – ha detto Leonardo di Caprio – Azioni chiave per la loro conservazione possono salvare le tigri dall’estinzione, ma anche proteggere alcuni degli ultimi habitat selvatici del mondo e sostenere le comunità locali che dipendono da essi. Proteggendo questo animale simbolo, possiamo quindi salvare molto più che una specie.”
Gli esperti del WWF hanno preparato Di Caprio sullo stato della tigre e hanno deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per la sua conservazione. In onore dell’Anno cinese della Tigre, il WWF punta a raccogliere 20 milioni di dollari, le risorse necessarie per promuovere attività di conservazione che possano far raddoppiare il numero di esemplari entro il 2022, prossimo Anno della Tigre, raggiungendo l’ambizioso obiettivo che il WWF si è dato.
Di Caprio sta viaggiando verso l’Asia con gli esperti del WWF per vedere in prima persona i pericoli che minacciano le tigri. Parteciperà a pattuglie anti-bracconaggio, incontrerà i guardiani delle aree protette impegnati nel difendere le tigri dal commercio internazionale e studierà i modi migliori per proteggere queste affascinanti creature.
Sul sito www.savetigersnow.org i fan potranno seguire il viaggio di Di Caprio e dare il loro contributo per aiutare le tigri.
Se diamo alle tigri spazi e protezione sufficienti, la specie si riprenderà – ha detto Massimiliano Rocco, responsabile Specie e Traffic del WWF Italia – Ma il supporto pubblico è fondamentale e per cambiare le leggi e fermare la richiesta di parti di tigre, dobbiamo raccontare le loro storie, in posti come gli Stati Uniti, l’India e la Cina. Per questo la partnership con Leonardo è così importante. Lui può raggiungere il pubblico, raccontare questa storia ai nostri figli e coinvolgere i leader in tutto il mondo per salvare le tigri adesso.”

Una risposta a “Di Caprio in viaggio con il WWF per salvare le tigri”

  1. Piero Iannelli ha detto:

    QUANDO IL “WWF” sparava alle tigri! E SCATOLETTE DI CARNE UMANA per cani e gatti
    Paradossale la campagna in difesa della tigre del WWF. «Panda» la rivista della sezione italiana, ha riportato nel numero di luglio 1996: «La Exxon metterà a disposizione ben 5 milioni di dollari nei prossimi cinque anni per i progetti di conservazione della tigre. li denaro andrà al fondo Save the Tiger amministrato dalla US National Fish and Wildlife Foundation e sarà gestito da un consiglio di otto membri». Il successivo 3 ottobre fu pubblicata una foto in cui la famiglia reale britannica e Filippo di Edimburgo, presidente onorario del WWF, posavano fieri dinanzi al cadavere di una tigre appena uccisa a fucilate.

    http://www.google.it/url?sa=t&source=web&ct=res&cd=2&ved=0CBoQFjAB&url=http%3A%2F%2Fwww.inganno-ambientalista.it%2Fcontent%2Fview%2F101%2F2%2F&rct=j&q=wwf+tigre+uccisa&ei=HHsBTOXLJMiHOMP51NYE&usg=AFQjCNFvvTX2ksL-NqPcEevTBgl0y45PIQ&sig2=fcw_NqRhmr0fEPZGFcUbwQ

    Comunque, di simpatici episodi siamo pieni:

    DENUNCIATO DIPENDENTE WWF PER BRACCONAGGIO

    CAGLIARI, 20 APR2004 – Un dipendente del Wwf è stato denunciato a piede libero per bracconaggio, nell’oasi protetta dell’Associazione ambientalista di Monte Arcosu nel Cagliaritano, dagli agenti del Corpo regionale forestale. L’uomo, di 62 anni, è stato segnalato all’autorità’ giudiziaria, assieme ad altri quattro giovani complici, perché sorpreso con quattro cinghiali catturati con i lacci. L’operazione degli agenti del Corpo di vigilanza ambientale di Capoterra è scattata domenica mentre nell’oasi del Wwf vi erano diversi visitatori. Agenti in borghese si sono confusi con i vari gruppi di escursionisti mentre altri in divisa hanno controllato alcuni punti strategici. I Forestali hanno così osservato l’uomo che con l’auto fuoristrada del Wwf si è recato in una zona interdetta alla circolazione privata dove ha caricato sullo stesso automezzo quattro cinghiali catturati con lacci. Gli animali, come hanno visto gli agenti appostati fra la vegetazione di Monte Arcosu, sono stati poco dopo caricati su un’altra autovettura privata con a bordo due coppie di giovani che, una volta fermati, sono risultati amici e parenti del dipendente del Wwf. Sono stati, quindi, sequestrati i cinghiali mentre l’uomo, principale indiziato, è stato accompagnato dagli uomini dell’ispettore Fabrizio Madeddu, che ha coordinato l’operazione, sul luogo della cattura degli animali dove sono stati trovati altri lacci ancora innescati. I Forestali hanno inviato un dettagliato rapporto all’autorità giudiziaria sull’episodio e sulla posizione di altri dipendenti del Wwf nei cui confronti sono tuttora in corso accertamenti. L’Oasi, la più grande del Wwf in Italia, si estende su 3.600 ettari e si trova nel complesso forestale di Monte Arcusu e Piscina Manna, che costituisce la foresta di macchia mediterranea più ampia dell’intero bacino mediterraneo. (ANSA). AR 20/04/2004 11:22

    PAPPARDELLE AL CINGHIALE, “SfUmaTe al WWF” per la biodiversità al sugo?

    Ma interessanti questi due successivi articoli che spiegano meglio la “tutela ambientale del wwf”.
    Leggo dell’atto intimidatorio al WWF.

    AMBIENTE, OASI WWF BOSCO ROCCONI/ Ennesimo atto intimidatorio a Roccalbegna

    Atto intimidatorio?
    Ultimamente qualcuno ha smarrito un “PROIETTILE”, io l’ho trovato nella mia cassetta postale.
    Chi lo avesse smarrito lo può ritirare alla Caserma dei Carabinieri di Quarto Miglio.

    Avrei preferito trovare della vernice come a Roccalbegna.

    Condannando comunque tali episodi vorrei sottolineare che ormai, molte di queste associazioni politicizzate, non rivestono alcun ruolo nella protezione ambientale ma si prefiggono, a mio modesto avviso, solo fini speculativi e strumentale opportunità di acquisizione di potere.

    Caltanissetta: istituito nucleo delle guardie particolari giurate del Wwf
    Il WWF di Caltanissetta ha istituito il “Nucleo delle Guardie Particolari Giurate del WWF” le uniche armi sono quindi il telefono cellulare, il binocolo, la macchina fotografica, carta penna, e tanta volontà. (Chiara Ferraù) 03/10/2008

    Picchia cacciatori Arrestato un dirigente Wwf (16 gennaio 2008)
    Dovevano essere semplici controlli anti bracconaggio nei boschi della provincia a nord di Bari, ma sarebbero stati condotti con minacce e pesanti perquisizioni: una specie di caccia al cacciatore, secondo le indagini dei carabinieri di Barletta, che hanno arrestato il responsabile regionale pugliese del Wwf, Pasquale Salvemini, un vice sovrintendente del Corpo Forestale dello Stato, Raffaele Stano, e una guardia venatoria volontaria, Moisè Checchia. A tutti è stato concesso il beneficio dei domiciliari. Le accuse sono violenza privata continuata aggravata, omicidio colposo con morte come conseguenza di un altro delitto, falso ideologico e materiale, abuso d’ufficio, calunnia continuata e aggravata, lesioni aggravate. L’inchiesta è scattata dopo la morte per infarto di un cacciatore di 82 anni, nel 2005 sottoposto a un controllo particolarmente aggressivo. Inoltre – sostiene l’accusa – nel corso di un intervento a Barletta a gennaio 2007, il forestale avrebbe colpito un cacciatore con una testata fratturandogli il setto nasale. In alcuni casi le perlustrazioni sarebbero state condotte a volto coperto e piazzando richiami per uccelli vietati per fabbricare false accuse contro i cacciatori.

    Il forestale dovrà rispondere anche della modifica di un’arma legalmente detenuta. Nel corso delle perquisizioni sono stai trovati a casa del forestale più di 30 riproduttori elettromagnetici con cd e musicassette per il richiamo degli uccelli

    Ecco cari signori i risultati del delirio di potere, della loro maledetta, “verde” follia collettiva!
    Incappucciati, aggrediscono, un 82enne, che muore di infarto. BRAVI!

    Il britannico sir Julian Sorrel Huxley, fondatore del WWF, è stato presidente della Società Eugenetica Britannica, dirigente di associazioni per il libero aborto e per la legalizzazione dell’eutanasia. Come sottolineo eugenetico e razzista anche uno dei padri fondatori dei verdi italiani: Alessandro Ghigi. Un nome sconosciuto ai più, ma che il presidente onorario del WWF Fulco Pratesi ha definito come «l’antesignano di ogni organizzazione della natura nel nostro Paese»; Roberto Duria, l’animalista radicale dell’Animal Liberation Front, ha scritto di lui che è stato «il più grande zoologo dell’epoca».

    CHIGI? Quello che scriveva le leggi razziali durante il fascismo?

    E questi sono i risultati :
    L’ONOREVOLE SERGIO BERLATO MINACCIATO DI MORTE DAGLI ECOTERRORISTI.
    L’Associazione Siciliana Caccia e Natura e tutto il mondo venatorio nazionale fa quadrato intorno all’europarlamentare Sergio Berlato, il cui nome campeggia sui muri di Illasi, noto centro in quel di Verona, dove è diventato bersaglio di minacce di morte firmate dagli ecoterroristi A.L.F. (Animal Liberation Front)

    E dire che leggo stranamente anche:
    “L’alleanza con una grande compagnia come Costa Crociere a difesa del mare ci aiuta a difendere la biodiversità di alcune tra le aree del pianeta più importanti – ha dichiarato Fulco Pratesi presidente del Wwf Italia”

    Ossia la conferma di come si possa far tutto, eliminare le navi da crocera, ma entrarne in alleanza, essere schierati a sinistra, ma osannare il mussoliniano Ghigi che promulgava le leggi raziali.

    DIMENTICAVO LE SCATOLETTE DI CADAVERI UMANI?.. ECCOLE QUI…
    Inganno ambientalista – WWF una storia poco nobile

    LEGGETEVELO!!!

    http://www.inganno-ambientalista.it/content/view/101/2/

    E poi.. andate sereni a dare il vostro contributo.. sapendo che il PRESIDENTE ONORARIO FULCRO PRATESI SI E’ FATTO UNA BELLA VILLA NEL PARCO!.. E DENUNCIATO PER INQUINAMENTO AMBIENTALE..

    Vedo che ha una villa a S. Stefano, ARGENTARIO tanto che è stato denunciato per inquinamento ambientale dell’area limitrofa.
    Certamente non è stato lui però!..
    E certamente ora è stata bonificata ma..
    Ma un mio conoscente in una analoga situazione è stato obbligato a chiamare una ditta specializzata e a mostrare una regolare fattura della stessa e della discarica utilizzata.

    Perché chiedo? Curiosità!
    Sono a questo punto “molto” curioso!
    Non sono tenuto a saperlo?
    Ma CHIEDERE non è reato!
    Non sto calunniando nessuno!
    Chiedo, semplicemente chiedo!

    Senza “insinuare” nulla, PRATESI FULCO, Presidente dell’associazione Wwf, proprietario di una villa all’Argentario.
    La gente è stanca Pratesi, anche io sono stanco, sarai stanco anche tu?
    Il mare è stanco, la terra è stanca.

    Leggo di Pratesi che ha curato, insieme a Franco Tassi, le “Guide alla Natura d’Italia”.
    Ma trovo altri articoli più interessanti.

    La gente deve sapere, conoscere e valutare: Antonio Gaspari da GWN n° 6 del 24-2-2004
    In un dossier pubblicato dal settimanale Tempi (n.11, 14 marzo 2002), e riportato nel volume “Dal Popolo di Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo2003) risulta che
    la lista delle violazioni compiuta dall’accoppiata
    T A S S I P R A T E S I,
    è impressionante: Un diffuso sistema di assegnazione di funzioni superiori a tutto il personale, in palese violazione delle leggi vigenti.
    Apertura di
    uffici periferici a Roma e a New York.
    Falsi in Bilancio,
    debiti miliardari,
    Pratesi e Tassi, avrebbero violato 12 articoli di legge in materia di spese. Nella compilazione dei bilanci sarebbero stati violati i principi di: veridicità, correttezza, attendibilità, chiarezza e competenza finanziaria. Lo stesso verbale evidenzia che al 30 giugno del 2001 risulta un rosso in cassa di 5 miliardi e 300 milioni di lire; lo scoperto di conto corrente bancario è di 3 miliardi e 563 milioni.

    Più di 400 milioni di spese legali, quando c’è un’intesa con l’Avvocatura generale dello Stato a cui gli Enti possono rivolgersi in caso di necessità.
    Gestione privata dei fondi in dotazione al Parco.
    “Sconcerto e preoccupazione ha destato il tentativo di Tassi di costituirsi una sorta di “esercito privato” alle dipendenze del Parco e che la Prefettura rilasciasse direttamente il porto d’armi a dipendenti del Parco”.
    Ma la relazione sulla gestione del Parco d’Abruzzo stilata nel 1998 dalla Corte dei Conti denunciava già una “situazione di diffusa illegittimità”.
    Insomma il vaso di Pandora è stato scoperchiato, forse Pratesi ed il WWF stanno cercando di chiuderlo in fretta.”

    Ma sembra che ancora non ci sia pace! Alcune frasi prese da un articolo dal titolo chiaro.
    Pnalm : ” doppio carpiato all’indietro”
    Di Admin (del 21/01/2008 )
    “Una capriola all’indietro quella che sta compiendo il Parco, un ritorno delle ataviche maniere tanto contestate all’ex direttore Franco Tassi.”
    Giuseppe Rossi, attuale presidente del Parco d’Abruzzo, è stato direttore fino al 2007….Intanto, da indiscrezioni, è trapelato che il Responsabile del servizio sorveglianza del Pnalm ha fatto una disposizione stando alla quale gli addetti sotto la sua supervisione, devono astenersi dal dare notizie o commentare fatti interni all’Amministrazione.
    Con il futuro siamo a zero, con l’avvicinamento alle popolazioni locali a -1.
    Intanto qualcuno comincia a dire che le cose andavano meglio quando c’era il Commissario del Ministero dell’Ambiente, dott. Domenico Lupoi.
    Quindi, stando al pensiero della gente, tutte quelle poltrone da scaldare in Consiglio, Dirigenza e Presidenza, non servono proprio.

    Simpatico l’impianto per l’idrogeno in aspromonte!
    650 mila euro spesi nel “Villaggio De Leo” MAI REALIZZATO ?

    Attonito, a fronte di quanto state leggendo, vedo nella prima pagina del sito della Presidenza della Repubblica:
    Il Presidente Giorgio Napolitano al termine della cerimonia pone la firma sul Panda del Wwf
    Il Presidente Giorgio Napolitano con Fulco Pratesi, Presidente Onorario del Wwf Italia
    La Tenuta di Castelporziano è stata “oasi per un giorno”, aperta al pubblico che ha partecipato numeroso, nonostante la pioggia, all’iniziativa della Presidenza della Repubblica. La XIX Giornata delle Oasi si è conclusa nel Museo Naturalistico di Castelporziano, con la cerimonia di consegna dei premi del Wwf al volontariato, all’educazione ambientale e alla ricerca scientifica.
    Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo ad una domanda di Mario Tozzi (che ha condotto l’iniziativa), ha fatto riferimento alla “grande novità” dell’impegno del Presidente Obama per la tutela del clima: “Sappiamo che senza il contributo degli Stati Uniti – e domani, ci auguriamo, di Cina e di India – è difficile vincere questa battaglia”.
    Roma, 19-04-2009

    Il titolo basta a comprendere di cosa si parla.

    “Parco nazionale degli sprechi” di Primo Di Nicola
    Il parco del Pollino
    Gli orsi muoiono ma gli organici si gonfiano. Capita in Abruzzo, fiore all’occhiello dei parchi nazionali: 22 enti che dovrebbero tutelare il tesoro verde nazionale, ma che sembrano ormai diventati carrozzoni mangiasoldi attenti più alle esigenze dei politici che alla conservazione della
    natura… Una circostanza che ha suscitato il disappunto della Corte dei conti, secondo la quale il parco spende troppo per il personale mentre non fa più nulla per sfamare gli animali.
    E l’Abruzzo non è un episodio isolato di mala amministrazione. Un caso da manuale viene dal parco del Gargano, dove i dirigenti continuano a protestare per la carenza di fondi. Il parco pugliese ogni anno viene divorato dalle fiamme. Ci vorrebbe una
    sorveglianza più efficiente. Cosa si aspetta a realizzarla? “Non abbiamo soldi”, sostiene il
    presidente Giandiego Gatta. Peccato però che Gatta le risorse le trovi per allietare i
    turisti: ha finanziato i concerti di Nicola Piovani e Renzo Arbore e lo spettacolo di Enrico
    Brignano, quest’ultimo a Manfredonia dove Gatta, esponente di An, ha il suo feudo
    elettorale e si è appena candidato a sindaco. Ma c’è un altro capitolo, forse ancora più scandaloso: quello dei parchi impegnati a bruciare risorse per fornire ai comuni finanziamenti a pioggia per opere che servono solo a racimolare consenso elettorale. Dallo Stelvio al Pollino è tutto un fiorire di interventi: si va dagli impianti per la distribuzione del metano ai cinema, dalla ristrutturazione di chiese a musei chiusi per gran parte dell’anno.
    Una sagra dello spreco: “Bisogna ripensare il ruolo dei parchi”, dice Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf: “Ormai sono visti da politici e amministratori soprattutto come un’opportunità da sfruttare per l’occupazione e lo sviluppo locale”. Stessa riflessione del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che dopo essersi battuto per aumentare le risorse delle aree protette ha preteso un giro di vite: “Ho avviato un’indagine sull’utilizzo dei finanziamenti pubblici”, annuncia il ministro, “ci vuole un drastico cambio di indirizzo”. Non sarà facile. La mala gestione dei parchi viene da lontano. E in un concerto di inadempienze tira in ballo tutte le istituzioni chiamate a dire la loro sulla vita delle aree protette. Per potere operare correttamente i parchi devono dotarsi per esempio di strumenti di programmazione come il piano, il regolamento e il progetto pluriennale di
    sviluppo economico. La legge di riforma del 1991 detta vincoli precisi per la loro adozione ma, dopo 17 anni, per quanto riguarda i piani parco sono in vigore solo in quello delle Dolomiti Bellunesi e in quello dell’Aspromonte; soltanto Dolomiti Bellunesi e Cilento sono riuscite a varare i piani di sviluppo economico, mentre nessuna area protetta ha ancora il regolamento. Un caos, insomma, moltiplicato dall’instabilità dei vertici (presidenti e direttori) di nomina ministeriale e dal balletto dei commissariamenti: nel 2006, alla fine del governo Berlusconi, erano ben 8 i parchi
    commissariati. Oggi i commissariamenti sono tre, Gran Sasso, Sila e Gargano, di cui gli ultimi due decretati il 26 febbraio per gravi irregolarità amministrative.
    Un passo avanti, conseguenza della decina di nomine di nuovi presidenti scelti da Pecoraro Scanio. Il ministro ha così fatto uscire gli enti dall’emergenza ma si è attirato anche l’accusa di lottizzazione per le designazioni di Gaetano Benedetto (Circeo), Leo Autelitano (Aspromonte) e Massimo Marcaccio (Sibillini), il primo suo vicecapo di gabinetto all’Ambiente, gli altri due in passato presidente dei Verdi calabresi e assessore alla provincia di Ascoli per lo stesso partito. Una pista di fondo dello Stelvio È in questo tourbillon di dirigenti che i parchi danno fondo alle risorse pubbliche per mantenere anzitutto i loro apparati. Sfogliando i bilanci si scopre che tutti bruciano in spese fisse la gran parte degli stanziamenti statali: 50 milioni nel 2006, oltre 63 nel 2007. Qualche esempio: il parco d’Abruzzo nel 2007 dei circa 3 milioni di contributo ne ha utilizzati in spese fisse 2 milioni 200mila, pari a oltre il 70 per cento; il Gran Paradiso 3 milioni 400mila su 4 milioni 400 mila; il Gran Sasso 2 milioni e mezzo su 4. Chiaro che alla fine di questo salasso per le attività istituzionali, dall’affitto dei boschi al foraggio, resta pochissimo: l’Abruzzo si è ridotto al 5 per cento del suo budget, il Gran Sasso al 10 per cento.
    La voce più pesante di queste spese fisse è quella per il personale, oltre 500 dipendenti sparsi per l’Italia. Ci sono poi un centinaio di collaboratori, generalmente contabili, biologi, veterinari (ma non mancano le eccezioni negative come quella di Mario Scaramella, il consulente della Mitrokhin ingaggiato dal parco del Vesuvio) indispensabili per svolgere le attività più importanti (bilanci, controlli sugli animali) e dei quali, nonostante le infornate di personale, i parchi sono sprovvisti. Come mai? Gli enti sostengono di non aver mai potuto assumere per concorso. La verità è che hanno preferito gonfiare gli organici reclutando personale non qualificato caldeggiato dai politici, a cominciare dai sindaci che, grazie alla presenza negli organi di gestione (comunità del parco, consiglio direttivo, giunta esecutiva) influiscono nelle assunzioni. È quello che è capitato nel parco d’Abruzzo, costretto dopo una lunga vertenza a stabilizzare i suoi 74 precari, in gran parte senza specializzazione, in passato ingaggiati con contratti a tempo determinato e borse di studio che Aldo Di Benedetto, direttore uscente, definisce “di stampo clientelare, frutto delle relazioni perverse con gli enti territoriali, dove i sindaci segnalano e il parco assume”. Che almeno l’infornata abbia risolto tutti i problemi? “No”, aggiunge Di Benedetto: “Continua a mancarci un esperto di urbanistica, magari un architetto, per il controllo del territorio”.
    Sempre in tema di personale, c’è poi il capitolo dei lavoratori socialmente utili (Lsu) che
    molti parchi sono chiamati a utilizzare come fossero degli ammortizzatori sociali. Si tratta di manodopera generica (circa 250 in tutto) utilizzata nel Cilento, Gargano, Gran Sasso, Pollino e Vesuvio. Gente che i dirigenti dei parchi definiscono utili ma solo per evitare di inimicarsi sindaci e sindacati. Domenico Pappaterra, presidente del Pollino, di Lsu ne ha in carico 64. Si tratta perlopiù di operai che da un decennio il parco utilizza con contratti idraulico-forestali. Pur di tenerli occupati, le Regioni Calabria e Basilicata pagano i loro stipendi, il parco versa i contributi (150 mila euro). Ma siamo al puro assistenzialismo: vero che questi Lsu qualche lavoro lo fanno, ma Pappaterra (che segnala la carenza di di dottori forestali e veterinari) confessa che impiegherebbe
    volentieri quelle risorse per migliorare i servizi di sicurezza, i soli in grado di debellare
    gli incendi. Identica musica al Gran Sasso dove gli Lsu sono 31. Molti sono operai in passato impiegati nella costruzione del traforo autostradale Roma-Teramo. Dopo tante peripezie 18 di loro sono in via di stabilizzazione: una buona notizia per gli interessati, ma che non risolve le esigenze del parco ancora sprovvisto di un veterinario. Emblematica poi la vicenda dei 91 lavoratori socialmente utili del Vesuvio, una storia iniziata nel 1996. Racconta Ciro Seraponte:
    “Chi era metalmeccanico, chi ceramista.
    Insomma, non eravamo idonei per il parco. Facemmo un corso di formazione, ma non
    servì a nulla. Si andava in aula, un professore ci parlava un po’ di Dante e un po’ della storia del Vesuvio, a mezzogiorno mangiavamo il panino e andavamo via”. Con questo background gli Lsu sono stati impiegati nell’area protetta. Ma a gennaio rischiavano di rimanere a spasso. Come hanno reagito? Occupando il parco e bloccando le loro attività.
    Alla fine hanno avuto quello che volevano: stipendio garantito (circa1.200 euro al mese)
    grazie a un intervento della Regione, ma l’ente di tutela, che dovrà impiegarli per altri
    sei mesi, spenderà per loro altri 300 mila euro.

    Infine, il capitolo più dispendioso della mala gestione dei parchi: quello delle opere
    finanziate ai comuni. Franca Penasa, presidente del comitato trentino dello Stelvio, si è
    data molto da fare per dare fondi al comune di Rabbi: 183 mila euro per un campeggio,
    250 mila per una pista da fondo. Piccolo dettaglio: la Penasa con una mano dava e con
    l’altra prendeva, visto che di Rabbi è sindaco in carica. Come Wolfgang Platter, primo cittadino di Lasa: anche lui, come presidente del comitato altoatesino del parco, è riuscito a finanziare il suo comune per la ristrutturazione della chiesa di San Marco (206 mila euro). Sovvenzioni a pioggia anche al Gran Sasso dove sono state ristrutturate chiese (Castel del Monte), realizzati impianti per la distribuzione del gas (Pietracamela) e persino l’illuminazione stradale (Pescosansonesco), mentre nel parco dell’Aspromonte restano negli annali i 650 mila euro spesi per un impianto per la produzione di idrogeno nel Villaggio De Leo mai realizzato. Come accade per tante opere foraggiate dal Pollino (‘Un intervento in ogni comune’, il suo slogan).

    Questo parco si distingue per i finanziamenti per i cinema (Castrovillari), i centri informativi in scuole abbandonate (San Lorenzo Bellizzi), ma soprattutto per le opere avviate e mai terminate, come la struttura polifunzionale di Aieta; il rifugio di Castronovo Sant’Andrea; il museo del costume Arberesh a Frascineto dove, con 150 mila euro, è stato ristrutturato un edificio ma del museo non c’è ancora traccia. E intanto i parchi calabresi rischiano un’altra estate di fuoco. Hanno collaborato Fabrizio Geremicca e Paolo Tessadri “L’ESPRESSO (03 febbraio 2008)

    QUESTO LEGGO : 650 mila euro per la produzione di idrogeno?

    Al parco dell’Aspromonte e neanche funziona?

    MA.. il mio 5 per mille posso devolverlo.. al vostro “PUBBLICO LUDIBRIO”?

    Non ne possiamo più di questa “giostrina”!..
    Andate a “LAVORARE” invece di “girotondeggiare”!

    Piero Iannelli

    pieroiannellii@gmail.com
    339”8513962

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