Respirare a Viterbo contro il nucleare

Già dal 2008 il governo Berlusconi ha deciso per un ritorno del nucleare nel nostro Paese, con il quale pensa di produrre il 25% dell’energia elettrica dall’atomo, di rispettare l’accordo europeo 20-20-20  per la lotta ai cambiamenti climatici (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 […]

Già dal 2008 il governo Berlusconi ha deciso per un ritorno del nucleare nel nostro Paese, con il quale pensa di produrre il 25% dell’energia elettrica dall’atomo, di rispettare l’accordo europeo 20-20-20  per la lotta ai cambiamenti climatici (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990, aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici), e di ridurre il costo dell’energia e le importazioni, grazie a delle non meglio identificate centrali di “nuova” generazione, descritte come sicure, pulite e tecnologicamente avanzate. La realtà però è molto differente. A più di 20 anni dall’incidente di Chernobyl, il nucleare non solo pone ancora gravissimi problemi di sicurezza, ma è anche una fonte energetica costosa che non abbasserà affatto la bolletta energetica nazionale, non ridurrà la nostra dipendenza dall’estero e non ci permetterà di rispettare gli impegni europei e internazionali. Riaprire al nucleare vuole anche dire abbandonare qualsiasi investimento alternativo sullo sviluppo delle tecnologie pulite e dell’efficienza energetica, e rinunciare alla costruzione di un sistema imprenditoriale innovativo e diffuso in grado di competere sul mercato globale. La vera alternativa non risiede nel nucleare, nè tantomeno nella ricerca di fonti di energia rinnovabili, che di sicuro hanno un impatto ecologico minore ma che riescono solo a spostare in avanti nel tempo la necessità di affrontare la questione centrale, quella della sostenibilità di tutto il nostro sistema economico e di vita. Che il nucleare sia un disastro da evistare ad ogni costo, non toglie che serve oramai mettere seriamente in discussione tutta la società capitalista, prima che distrugga ogni cosa attorno a noi. non si tratta di una pura questione aleatoria, si tratta della nostra vita, che non può essere contaminata nè dal capitale, nè da sostanze di alcun tipo. Ma, in questi giorni, si discute molto su dove piazzare le scorie nucleari delle nuove centrali che verranno poste sul suolo italico. Grillo afferma (e non viene smentito), che la francia ha acquistato oltre 500 miliardi di debito pubblico italiano (un quarto del totale) per poterci costringere ad aprire ben cinque centrali a capitale da loro gestito. La Sogin, società controllata dal Tesoro per la gestione degli impianti nucleari, ha trovato ben 52 zone in cui potrebbe sorgere un sito per stoccare le scorie radioattive. Un sito da oltre 300 ettari in grado di ricevere ogni tipo di scoria disponibile sul mercato (venghino signori venghino) con parco tecnologico annesso e ben 1000 ricercatori (logicamente sottopagati per come funziona oggi la ricerca in Italia). Nelle diverse regioni di Italia di alzano già minacce di sit-in e blocco dei lavori. In Puglia il Presidente Vendola afferma “leggo che la Sogin (Ministero del Tesoro) ha individuato la Puglia come zona dove depositare le scorie nucleari. Siamo prontissimi ad accoglierli, non specifico come. Mentre devono sapere che noi lotteremo in generale contro la follia del nucleare e qui in Puglia con la massima serenità: avranno la più civile, pacifica e partecipata reazione popolare della storia pugliese”. In Basilicata De Filippo si oppone fermamente ad una ipotesi nucleare affermando che “la Basilicata ha gia’ detto no con chiarezza e determinazione al tentativo di imporre il deposito a Scanzano Jonico fatto qualche anno fa ed e’ pronta a ripetere questa posizione in ogni circostanza, in ogni sede e con ogni mezzo. Ma la partita non puo’ essere ridotta a un ‘morte tua vita mia’ che contrapponga i diversi territori in uno stillicidio di notizie che contrastano con le norme approvate. L’iter previsto dal governo, infatti, metteva la scelta dei siti a valle dell’aggiornamento dei criteri di selezioni da parte di una Agenzia per la sicurezza nucleare che ancora non esiste e delle risultanze di una valutazione ambientale strategica di cui ancora oggi non si ha notizia”.Giovedì 30 settembre a Viterbo, presso il centro sociale “Valle Faul”, si svolgerà un’iniziativa pubblica contro il nucleare, organizzata dall’Associazione “Respirare”. Come preparazione e invito all’incontro che si svolgerà la sera del 30 settembre a Viterbo, presso il centro sociale occupato autogestito “Valle Faul” in strada Castel d’Asso snc, l’Associazione propomne alcune riflessioni che qui volentieri trasmettiamo. Il presidente del Consiglio dei ministri italiano insiste nel dichiarare la volontà di realizzare centrale nucleari in Italia, condendo questo diktat con le consuete gravi mistificazioni e omissioni, e ricantando la medesima ipnotica e narcotica canzoncina di chi ci voleva imporre il crimine e la follia nucleare negli anni ’70 e ’80. Sarà consentito a chi già negli anni Settanta ed Ottanta a quel crimine e a quella follia si oppose, di replicare brevemente sul piano della verità effettuale.
1. La crisi energetica ed ecologica può essere risolta solo promuovendo la valorizzazione delle fonti rinnovabili con tecnologie pulite e sicure.
2. Le centrali nucleari sono esposte ad incidenti come tutte le opere umane; quel che fa la differenza sono le conseguenze degli eventuali incidenti: si rompe un pannello solare e non muore nessuno; c’e’ un guasto in una centrale atomica e mezza Europa ne subisce le terrificanti conseguenze (come accadde dopo il disastro di Cernobyl).
3. Le centrali nucleari sono anche esposte ad attentati con effetti letali incalcolabili: il che rende necessaria una vasta militarizzazione del territorio a fini di sorveglianza, che tuttavia per quanto capillare, soffocante e preventivamente repressiva possa essere, resterebbe sempre insufficiente poiché dopo l’11 settembre 2001 l’intera umanità sa che la criminale follia terrorista e’ in grado di colpire ovunque provocando stragi immani.
4. Il problema delle scorie e’ semplicemente irrisolvibile.
5. Il legame tra nucleare civile e nucleare militare e’ chiarissimo e indiscutibile (la controversia tra gli Stati Uniti d’America e l’Iran lo dimostra inconfutabilmente). Il nucleare civile favorisce il riarmo atomico, mentre l’umanita’ ha tra i suoi obiettivi primari di smantellare gli arsenali e fermare la proliferazione degli armamenti nucleari.
6. Molti altri argomenti possono addursi per contestare e contrastare l’insensata, illecita e pericolosissima scelta nucleare; ma basteranno questi, elementari, evidenti, inconfutabili.
Uno dei più grandi pensatori morali del XX secolo, Hans Jones, ha argomentato in modo definitivo contro il delirio nucleare, e così un altro grande pensatore che e’ stato maestro di rigore intellettuale ed impegno civile a molti, Guenther Anders. Per cogliere le dimensioni etiche, politiche e finanche gnoseologiche fondamentali della questione suggeriremmo al presidente del Consiglio dei ministri di leggere di Hans Jonas, Il principio responsabilita’, edito da Einaudi; e di Guenther Anders le sue Tesi sull’età’ atomica, ripubblicate in opuscolo per le cure del “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo. Se poi il capo del governo volesse anche cogliere le dimensioni umane e conoscere dalla viva voce delle vittime e dei sopravvissuti gli esiti della scelta atomica, legga il terribile reportage di Svetlana Aleksievic, Preghiera per Cernobyl, pubblicato in Italia dalle Edizioni e/o. Per contattare direttamente la “Carovana antinucleare”: tel. 3400878893, 3292035418, e-mail: locosm@tin.it, sito consultabile: www.osmdpn.it
Carlo Di Stanislao

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