Dolore cronico, ne soffrono 6 casalinghe su 10

Il volto del dolore cronico, in Italia, è quello di una “donna e casalinga”. Lo rivela un’ indagine dell’associazione DonnEuropee Federcasalinghe e del centro studi Mundipharma, che ha scattato una fotografia sulla sofferenza cronica in Italia. Dallo studio emerge che è il sesso femminile il bersaglio più colpito: 6 casalinghe su 10 convivono con il […]

Il volto del dolore cronico, in Italia, è quello di una “donna e casalinga”. Lo rivela un’ indagine dell’associazione DonnEuropee Federcasalinghe e del centro studi Mundipharma, che ha scattato una fotografia sulla sofferenza cronica in Italia. Dallo studio emerge che è il sesso femminile il bersaglio più colpito: 6 casalinghe su 10 convivono con il dolore soprattutto in Lazio, Campania e Lombardia, dove la sofferenza fisica è maggiore. Al contrario, il Friuli Venezia Giulia è la regione dove il problema è meno presente. La ricerca è stata condotta su un campione di 684 donne italiane residenti in 12 regioni (Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto). Le donne intervistate hanno dichiarato di soffrire, nel 74,4% dei casi, per dolore cronico dovuto a una patologia di origine non neoplastica come artrosi, osteoporosi o artrite reumatoide, che rappresentano oltre il 61% delle cause di dolore non oncologico, mentre i tumori al seno, alla tiroide e all’ovaio costituiscono il 59,6% dei casi di dolore da cancro. Il dolore provato in oltre il 64,6% delle intervistate si protrae da più di un anno e per l’86% del campione grava significativamente sulla qualità della vita, tanto da rendere necessario, soprattutto per le attività domestiche più faticose, un supporto esterno nel 56,3% dei casi. Il motivo principale di sofferenza è dato dalla terapia antalgica: nell’88,1% dei casi vengono somministrati farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), ritenuti poco o per nulla efficaci da quasi la metà delle pazienti. Gli specialisti del dolore, inoltre, sono consultati solo nel 16,7% dei casi. (ANSA).

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