Calcioscommesse, in un dossier di Libera l’affare mafie-pallone

Riciclaggio di soldi mediante sponsorizzazioni, partite truccate, scommesse clandestine e fondi neri, totonero e doping, le “mani” sulle scuole calcio, quelle della criminalità sul pallone. Dalla Lombardia al Lazio, abbracciando la Campania, la Basilicata, Calabria, toccando la Puglia, con sospetti in Abruzzo e con un radicamento profondo nell’isola siciliana. E con il Nord Italia sicuramente […]

Riciclaggio di soldi mediante sponsorizzazioni, partite truccate, scommesse clandestine e fondi neri, totonero e doping, le “mani” sulle scuole calcio, quelle della criminalità sul pallone. Dalla Lombardia al Lazio, abbracciando la Campania, la Basilicata, Calabria, toccando la Puglia, con sospetti in Abruzzo e con un radicamento profondo nell’isola siciliana. E con il Nord Italia sicuramente non immune da questa onda di illegalità applicata al calcio. In un dossier che aggiorna quello presentato a luglio 2010, Libera, rete di associazioni contro le mafie, pubblica estratti del libro inchiesta “Le mafie nel pallone – Storia dell’illegalità diffusa nel gioco più truccato del mondo” del giornalista Daniele Poto. Più di 30 i clan direttamente coinvolti o contigui censiti nelle principali inchieste riguardanti le infiltrazioni mafiose e i casi di corruzione nel mondo del calcio. E alla spartizione della torta il gotha della mafia, dai Lo Piccolo ai Casalesi, dai Mallardo ai Pellé, dai Misso alla cosca dei Pesce e Santapaola con un’appendice dei Fabbrocino e D’Alessandro. Oggi, si afferma nel dossier, i clan guardano al mondo del calcio, controllano il calcio scommesse, condizionano le partite, usano il calcio per cimentare legami della politica, riciclano soldi. Le inchieste della magistratura, le intercettazioni telefoniche dimostrano come anche nel football sia presente un alfabeto dell’illegalità tutto italiano, con pertinenze anche straniere: ‘ndrangheta, camorra, Cosa nostra, Sacra corona unita e mafia, tutte attive e operative nel corrompere quella che sembrava apparentemente un’isola felice e che viene interpretata come un enorme affare. E oggi – denuncia Libera – più che mai gestiscono il calcio scommesse, condizionano le partite, usano lo sport per cementare legami della politica, riciclano soldi. E’ necessario, sottolinea il dossier, rompere i silenzi, avere il coraggio della denuncia seria e documentata, ricordando le tante piccole squadre e realtà locali che non hanno perso la trasparenza e la lealtà nel loro agire quotidiano. Le mafie, denuncia Libera, usano il calcio giovanile per arruolare nuova manovalanza: possedere una squadra di calcio rappresenta in tante realtà un fiore all’occhiello, una testimonianza di prestigio e soprattutto uno strumento di controllo del territorio. “Partite aggiustate, vorticoso giro di scommesse in mano alla criminalità. Un gioco semplice: si punta dieci, si guadagna mille. Soldi che le mafie investono nell’edilizia, nei grandi appalti, nella droga”: la denuncia di Libera riprende quella dello scorso luglio che è rimasta, dicono, inascoltata. “Siamo davanti a un affare silenzioso e invisibile, che tranne rare e poche eccezioni non ha trovato spazio nei rapporti della Direzione antimafia degli ultimi tre anni, lungo centinaia di pagine di approfonditi report. L’illegalità nel calcio è più facile da nascondere perché gli occhi della magistratura non sono riflettori accesi sul fenomeno e perché difficilmente si sospetta di riciclaggio”

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