Scudetto ’06: Figc valuta, si va verso non revoca titolo

Non passera’ certo per lo scudetto della gloria, quello dei caroselli in città e della gioia collettiva, ma resterà comunque nella bacheca dell’Inter. La querelle sul titolo della discordia datato 2006 si prepara a vivere un altro passaggio cruciale, perché dopo il j’accuse della Procura federale, con le 80 pagine piuttosto infuocate nei confronti della […]

Non passera’ certo per lo scudetto della gloria, quello dei caroselli in città e della gioia collettiva, ma resterà comunque nella bacheca dell’Inter. La querelle sul titolo della discordia datato 2006 si prepara a vivere un altro passaggio cruciale, perché dopo il j’accuse della Procura federale, con le 80 pagine piuttosto infuocate nei confronti della dirigenza nerazzurra targata Facchetti-Moratti che sarebbe dovuta finire a processo per presunti illeciti se non fosse scattata la prescrizione, la spinosa vicenda fa tappa in Figc per un pre-vertice in attesa del consiglio già fissato per lunedì. Il nodo sembrerebbe però già sciolto perché di fronte al parere degli esperti giuristi a cui è stato affidato il compito di analizzare le due opzioni (revoca si-revoca no) a Via Allegri la strada che si vorrebbe percorrere è quella di non togliere il tricolore sulla maglia dei nerazzurri. L’allora commissario Guido Rossi non assegnò formalmente il titolo, ma si limitò a varare la classifica scalata dopo la penalizzazione della Juve. Insomma non attribuendolo in maniera formale lo ha blindato ancora di più. Il presidente Giancarlo Abete ha convocato tutte le componenti per domani proprio per arrivare alla riunione di lunedì con le idee chiare: il dilemma giuridico è stato analizzato a fondo dal pool di esperti che dicono: se si considera lo scudetto dell’Inter come il semplice frutto dello scorrimento della classifica è evidente che l’atto di “autotutela” (ovvero la revoca) non è percorribile. “Nell’incontro di domani emergeranno gli orientamenti per prendere una decisione il 18 luglio come previsto”: Abete da Cortona prospetta così l’avvicinamento alla data fissata per la decisione sullo scudetto 2006, ribadendo che finora sono state fatte tutte le valutazioni tecniche e di altra natura.”Sono molto soddisfatto dell’iter che stiamo completando per la vicenda dello scudetto 2006 – ha aggiunto il presidente della Figc – Abbiano fatti tutti gli approfondimenti tecnici senza avvalerci di saggi esterni e ora, grazie alle carte messe a disposizione della Procura federale e alle motivazioni inviateci dalle parti coinvolte possiamo dirci nelle condizioni di agire”. E sul caso non c’é nemmeno una decisione disciplinare, perché è arrivata sì, ma quando i fatti erano già prescritti. Se l’atto di Rossi fosse stato “attributivo” e quindi con valutazioni nel merito allora la revoca poteva essere decisa. Rossi ha seguito il parere dei saggi e contato i punti in classifica: nessun intervento per motivi etici, ma fu giudicata rilevante solo la classifica alterata dalle penalizzazioni inflitte nel processo di Calciopoli. Un fatto questo che consente alla Figc di sfilarsi da una decisione brutale, inimicandosi i club, e di lasciare tutto com’é. In assenza poi di un processo a carico dell’Inter, non possono scattare reprimende, censure o altro. I presidenti delle leghe vorranno comunque esprimere il loro parere, anche se in molti già hanno fatto capire che una decisione in un senso o nell’altro sarebbe stata difficile da prendere. “Non sono tanto convinto della riunione di domani – ha detto il presidente della Lega Pro, Mario Macalli – Non so perché Abete ci ha convocato, non so a cosa serva. Ogni consigliere è libero di dire quello che vuole e non può influire sulle altre componenti. Può darsi che ci dica che il Consiglio federale non sia idoneo a decidere: se lo diranno i giuristi ne prenderò atto, in caso contrario non ho difficoltà a votare quello che devo votare. Se c’é un atto amministrativo il consiglio ha facoltà di intervenire. Comunque stiamo discutendo di cose che al calcio interessano poco”. A qualcuno però sì, come la Juve che invece quel titolo lo reclama a gran voce. Storia finita? Forse ancora no, c’é sempre da appellarsi alla Corte di giustizia del Coni.

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