Il libro L’Altra Italia, l’Aquila e il filo diretto con le comunità italiane nel mondo, di Goffredo Palmerini, One Group Edizioni, raccoglie 45 articoli, scritti dal gennaio 2010 al luglio 2012, riguardanti una vasta gamma di argomenti, personaggi e luoghi collegati chiaramente da un filo particolare, l’origine aquilana. Il libro ha l’introduzione di Laura Benedetti, che, nata e cresciuta all’Aquila, dirige oggi il dipartimento di italianistica della Georgetown University di Washington. Il brano della Professoressa Benedetti è una singolare mistura di fantasie ed esperienze vissute in Italia ed all’estero, Canada e Stati Uniti, da cui nasce il suo filo conduttore nella lettura della variegata opera di Goffredo Palmerini.
G. Palmerini è dotato di naturale curiosità per la cultura locale, tradizioni, dialetti, misture di lingue straniere e dialetti, usi ed abitudini, e la usa per informare tanti italiani lontani con una paziente e costante opera di giornalista. Nell’esercizio di essa ha elaborato un particolare stile di comunicazione, strettamente legato al mezzo usato, la rete virtuale di Bill Gates e Steve Jobs che ci avvolge tutti come un fascio di luce che ci collega ed unisce, annullando distanze di tempo e di spazio insormontabili fino a pochi decenni fa. Il tipo di comunicazione giornalistica di Palmerini è modellata anche sulle esigenze di un pubblico molto singolare, per di più ignorato, di cui lui conosce fatti, problemi, persone e forme di aggregazione in club, associazioni e federazioni per l’esperienza professionale maturata come membro del CRAM (Consiglio Regionale degli Abruzzesi del Mondo).
All’inizio del XXI secolo gli italiani all’estero costituiscono una fetta di popolazione del globo quanto mai composita, che va dalla discendenza dell’emigrazione più o meno antica che nel corso del tempo ha smarrito il ricordo delle origini, all’emigrazione più recente, quella detta fuga dei cervelli, causata dallo scarso o nullo impegno italiano per la ricerca scientifica. Sono questi i lettori cui si rivolge l’informazione di G. Palmerini. Nei suoi articoli parte da un fatto di cronaca, con meticolosa pazienza illustra e racconta nei minimi particolari fatti, personaggi, descrive luoghi, ambienti e cose, allargando la narrazione con tutte le notizie ad essa collegate che possano interessare una persona che vive lontano. Esempio. Nell’articolo dedicato alla rivitalizzazione della Perdonanza Celestiniana siamo informati non solo dei personaggi aquilani che l’hanno promossa e realizzata, ma veniamo a sapere anche delle opere d’arte conservate nella villa di Remo Brindisi, a Lido di Spina, che era stato incaricato di realizzare una teca che “incorniciasse con la dovuta dignità ed adeguata solennità l’antica pergamena.”
Quanto allo stile di scrittura, nel corso della presentazione, uno dei relatori ha detto che la scrittura di G. Palmerini sfiora qua e là il mondo della letteratura. Cito ad esempio l’articolo riguardante l’Argentina in lutto per la morte di Nestor Kirchner: “ Buenos Aires – Sono arrivato di buonora, stamattina, con il volo da Roma. Erano le cinque e mezza quando ho lasciato l’aeroporto Pistarini per il centro della città. Albeggiava con chiarori d’arancio, a levante, nella grande spianata su cui sorge la metropoli sudamericana, mentre l’altra parte del cielo attendeva che le prime luci dell’aurora mettessero in fuga le ultime tenebre della notte… “. In Italia fu Oriana Fallaci a rompere le barriere che separavano la scrittura giornalistica da quella letteraria, lei coraggiosamente girava il mondo rischiando anche la vita in zone di guerra, ed informava gli italiani con interviste e descrizioni di luoghi e persone lontane. G. Palmerini fa l’opposto, informa gli italiani sparsi nel globo con fatti, notizie ed interviste di casa nostra, con garbo forte e gentile, senza scatenare le feroci polemiche sostenute dalla toscanissima e battagliera Oriana.
G. Palmerini, informando gli italiani lontani, i suoi lettori, contribuisce a formarne la cultura, cioè a modellarne i pensieri ed indirizzarne le aspirazioni. E’ il miglior modo, di sicuro, di promuovere nel mondo la città dell’Aquila, i borghi dei dintorni più o meno disastrati e tutta la regione Abruzzo, implicitamente incoraggiando turismo, scambi commerciali e nascita di nuove attività lontane ma in qualche modo legate alla regione d’origine. Senza inutili nostalgie, anacronistiche ai tempi della rete internet e degli aerei, ma con una visione globale dell’Abruzzo. In questa ottica l’attività di scrittura e comunicazione di Palmerini è profondamente politica. Al di là delle dimensioni e delle beghe del Comune capoluogo d’Abruzzo, G. Palmerini restituisce alla parola politica quel significato buono che, sebbene riconosciuto da pochissimi, esiste ed illumina il futuro: opera per la polis, fa un servizio alla comunità, sta lontano da sterili polemiche ed inutili rivalità dentro o fuori di un partito. Sta alle istituzioni pubbliche e private cogliere le opportunità a vantaggio della città e dell’intero Abruzzo.
Emanuela Medoro
Lascia un commento