Eternit: oggi a Roma un momento per raccontare il disagio e le battaglie

Raccontare il disagio sociale e le battaglie civili, ma anche comprendere come i mass media hanno affrontato la vicenda Eternit ed il relativo Processo di Torino che, per la prima volta, con una sentenza storica ha riconosciuto la nocivita’ dell’amianto, condannando i dirigenti della multinazionale svizzera produttrice: questi i temi che saranno affrontati nel tardo […]

Raccontare il disagio sociale e le battaglie civili, ma anche comprendere come i mass media hanno affrontato la vicenda Eternit ed il relativo Processo di Torino che, per la prima volta, con una sentenza storica ha riconosciuto la nocivita’ dell’amianto, condannando i dirigenti della multinazionale svizzera produttrice: questi i temi che saranno affrontati nel tardo pomeriggio di oggi nel corso dell’ultima delle tre “Giornate di Studio sulla Fotografia Documentaria e il Fotogiornalismo”, promosse da Punto di Svista e dallo spazio Officine Fotografiche, che ospitera’ il convegno nella sede romana di via Libetta. Incentrato sul Processo Eternit di Torino, l’evento, che anticipa le celebrazioni della VII Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto prevista il prossimo 28 Aprile, vedra’ la partecipazione di alcuni dei protagonisti della drammatica vicenda, come l’Associazione Vittime dell’Amianto e la Camera del lavoro di Casale Monferrato, costituitesi entrambe parte civili nel dibattimento, rappresentate rispettivamente dal coordinatore Bruno Pesce e dal Segretario Nicola Pondrano, ex operaio fondatore di quel movimento che lotto’ per la chiusura della fabbrica.

Conclusosi il 13 febbraio scorso, il tribunale ha dichiarato colpevoli, per disastro doloso e omissione di misure di sicurezza e di cautele, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny ed il barone belga Jean Louis de Cartier De Marchienne, proprietari dell’azienda in Italia fino al 1986. Entrambi sono stati condannati a 16 anni di reclusione, per le condizioni delle fabbriche Eternit di Cavagnolo (Torino) e di Casale Monferrato (Alessandria) ed al risarcimento dei familiari dei circa 3000 operai uccisi dalle polveri killer, responsabili di patologie come il mesotelioma, tumore che colpisce lo strato di cellule che riveste le cavita’ sierose del corpo, carcinomi polmonari e l’asbestosi, malattia incurabile, che porta progressivamente a quadri di insufficienza respiratoria fatali. Patologie queste che ancora continuano a mietere vittime fra la popolazione, con un’incidenza massima prevista, secondo l’Istituto Superiore di Sanita’, per il 2015/2020.

Fra gli interventi anche quello di Giampiero Rossi, giornalista ed autore del libro “La lana della salamandra” (Edizioni Ediesse, collana Materiali), incentrato sulle lotte sindacali dei delegati di fabbrica della Cgil, impegnati fin dagli anni ’70, per il riconoscimento del diritto alla tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori e sulla storia di una comunità senza scampo come quella della provincia alessandrina, con oltre 2.272 fascicoli di decessi di lavoratori, loro familiari e cittadini stroncati dall’asbesto. I luoghi ed i volti degli ex dipendenti dello stabilimento Eternit di Casale Monferrato saranno raccontati dallo slide show del progetto fotografico “La fibra d’oro e l’assenza” del fotografo Alfredo Covino, curatore della giornata, che introdurra’ l’incontro.

L’evento culminera’ con l’anteprima del documentario d’inchiesta “Polvere – Il grande processo dell’amianto” (2011), diretto da Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller, finalista al “David di Donatello 2012” e menzione speciale all’ultima edizione del “Festival CinemAmbiente” di Torino, presentato dagli stessi registi. Un’importante testimonianza, che riporta le prime fasi in aula e le tappe di un’azione civile senza precedenti, che ha creato un trascorso importante per i circa 39 paesi nel mondo, come India, Brasile, Russia, Cina o Canada, dove l’amianto continua ad essere estratto e lavorato, causando, secondo i dati dell’International Labour Organization (Ilo), l’agenzia del lavoro dell’Onu, circa 120.000 decessi l’anno solo per l’esposizione professionale.

Loredana Menghi

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