Le hanno denominate “Lea” in onore di Lea Garofalo, la testimone di giustizia vittima della violenza ‘ndranghetista trucidata dal suo stesso compagno e padre di sua figlia. Sono le bambole di pezza realizzate dalle donne in difficoltà che hanno partecipato ai laboratori creativi promossi dall’associazione “Libere Donne” e dal comune di Crotone, con la collaborazione dell’azienda sanitaria provinciale. Nell’intenzione dei suoi ideatori, la bambola “Lea” vuol lanciare un messaggio preciso e cioè che “la donna non è un oggetto e che non deve essere vittima di nessun atto di violenza, né fisico, né psicologico”. Anna Curatola, vicesindaco di Crotone con la delega alle Pari opportunità, ha sottolineato la importanza di sostenere le donne con azioni concrete e con la formazione.
“Presto andremo nelle scuole a parlare della importanza del rispetto che si deve al ‘mondo rosa’ – ha annunciato Curatola – l’obiettivo è quello di creare nei ragazzi la necessaria coscienza per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne”. La presidente dell’associazione “Libere Donne”, Katia Villirillo, ha evidenziato come con questo percorso formativo che ha portato all’ideazione delle bambole e non solo, “le donne in difficoltà hanno recuperato la dignità perduta, mortificata dalla violenza e dalla sopraffazione maschile. La bambola che porta il nome di Lea – ha affermato Villirillo – è una loro vittoria”.
L’assessore comunale Filippo Esposito ha rimarcato l’importanza del nome “Lea”, “un nome che ricorda una donna che è già un simbolo per tutti i calabresi e per gli italiani, contro la crudeltà e la vigliaccheria degli uomini. Sostenere il lavoro dell’associazione – ha sostenuto Esposito – sarà un modo per ricordare anche questa donna coraggiosa”. Marisa Garofalo, sorella di Lea, ha espresso soddisfazione ed emozione per l’iniziativa portata a termine dall’associazione e dal comune. “Tutto ciò: questa solidarietà e queste azioni concrete, la vicinanza delle istituzioni nei confronti della nostra famiglia – ha commentato Marisa Garofalo – dimostrano che il sacrificio di mia sorella non è stato inutile”. La bambola, donando un piccolo contributo, si può acquistare nella sede di “Libere Donne” a Crotone; il ricavato servirà per sostenere il lavoro che l’associazione sta svolgendo a favore delle donne in difficoltà. (msc)
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